OER: Alfabetizzazione alle notizie - Perché l'educazione degli adulti all'alfabetizzazione alle notizie è importante in questo momento?

Traduzione a cura di Epale Italia
Questa OER (Open educational resource, Risorsa didattica aperta) include un articolo (che puoi leggere qui sulla piattaforma EPALE o scaricare in formato pdf, se sei un utente registrato), un'infografica (che puoi scaricare qui, se sei un utente registrato) e un quiz che puoi scaricare qui (se sei un utente registrato) e utilizzare per valutare le competenze degli studenti.
Indice
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Cosa è l'alfabetizzazione alle notizie per gli adulti?
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Perché è così importante in questo momento?
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Alfabetizzazione alle notizie e democrazia vanno di pari passo
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L'alfabetizzazione mediatica per gli adulti è spesso trascurata
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Come fare: un corso esemplificativo di formazione inerente l’alfabetizzazione alle notizie
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Corso di alfabetizzazione mediatica per adulti: “Lettore responsabile”
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Fonti utilizzate nell'articolo
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Informazioni sugli autori
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Allegati
La capacità di accedere e valutare criticamente le informazioni è essenziale per la democrazia e la cittadinanza attiva, e in questo l'alfabetizzazione alle notizie svolge un ruolo importante. Poiché la sfera dei media è in continua evoluzione, vi è un urgente bisogno di una formazione aggiornata sull'alfabetizzazione alle notizie, in particolare per gli adulti, che sono ancora un gruppo target un po' trascurato nel campo dell'educazione all'alfabetizzazione mediatica.
Cos'è l'alfabetizzazione alle notizie per gli adulti?
Alfabetizzazione mediatica è un termine generico per varie abilità. Secondo la definizione elaborata dal Media Literacy Expert Group (MLEG, gruppo di esperti sull'alfabetizzazione mediatica) europeo, comprende tutte le capacità tecniche, cognitive, sociali, civiche e creative che consentono a un cittadino di accedere, acquisire una comprensione critica dei media e interagire con essi. In termini concreti, le competenze essenziali dell’alfabetizzazione mediatica possono includere imparare a utilizzare un'app di digital banking, navigare secondo l'etichetta dei social media o essere consapevoli delle tattiche di influenza utilizzate nella pubblicità o nel marketing.
In questo articolo, tuttavia, vogliamo concentrarci in particolare sull'alfabetizzazione mediatica critica e sull'alfabetizzazione alle notizie per gli adulti. Siamo entrambi giornalisti con un forte interesse per il cambiamento del panorama dei media e progettiamo e coordiniamo vari progetti di educazione all'alfabetizzazione mediatica rivolti agli adulti come parte del nostro lavoro per la fondazione finlandese per l’apprendimento permanente, Kvs. Per Elm Magazine abbiamo redatto un numero speciale sull'alfabetizzazione mediatica nel 2018.
In questo articolo, attingiamo alle nostre esperienze, alle migliori pratiche di altre organizzazioni e alla ricerca sull'alfabetizzazione mediatica. Abbiamo anche condotto brevi interviste con quattro esperti che rappresentano uno spaccato trasversale del lavoro nell'ambito dei media e dell'alfabetizzazione alle notizie: Jonathan Anzalone, vicedirettore del Center for News Literacy presso la Stony Brook University negli Stati Uniti; la giornalista Hanna Visala che lavora anche su progetti di educazione all'alfabetizzazione mediatica per la radiotelevisione finlandese Yle; Markéta Supa, ricercatrice sui media e le tecnologie digitali presso la Charles University in Repubblica Ceca; e Auli Harju, ricercatrice su giornalismo e partecipazione dei cittadini presso l'Università di Tampere, in Finlandia.Le competenze di alfabetizzazione alle notizie comprendono la capacità di determinare la credibilità delle notizie e di altri contenuti e di individuare diversi tipi di informazioni. Visita il sito del News Literacy Project per avere uno sguardo approfondito su queste competenze. “L'alfabetizzazione alle notizie riguarda, in parte, la consapevolezza delle notizie. “Quando seguiamo regolarmente le notizie ed esercitiamo le nostre capacità di pensiero critico, sviluppiamo regimi di notizie più sani e ricompensiamo le agenzie di stampa che servono al meglio il bene pubblico”, spiega Jonathan Anzalone, vicedirettore del Center for News Literacy presso la Stony Brook University negli Stati Uniti. In sostanza, l'alfabetizzazione alle notizie contiene varie capacità di pensiero critico, come riconoscere la differenza tra giornalismo e altri tipi di informazioni o, nel contesto del giornalismo, comprendere la differenza tra notizie e opinioni. Queste competenze aiutano a valutare le prove presentate, nonché la capacità di distinguere i pregiudizi sia nei media che nel loro pubblico. Alla base di queste competenze, gli obiettivi più ampi dell'alfabetizzazione alle notizie sono capire perché le notizie contano e comprendere l'importanza di informazioni affidabili e fluide nella società (si veda anche il Center for News Literacy della Stony Brook University).
Abbiamo alcuni motivi per concentrarci soprattutto su questo aspetto dell'alfabetizzazione mediatica.
In primo luogo, l'alfabetizzazione alle notizie è un tema di grande attualità. Poiché il panorama globale dei media è in costante mutamento, vi è un urgente bisogno di informazioni aggiornate sul giornalismo etico, sulla credibilità delle diverse fonti di informazione e sui principi di base della libertà di espressione.
In secondo luogo, l'alfabetizzazione alle notizie è indispensabile per una democrazia funzionante: non si può partecipare alla società senza comprenderla, e la capacità di accedere alle informazioni e di valutarle criticamente gioca un ruolo fondamentale.
In terzo luogo, riteniamo che gli adulti siano ancora un gruppo target alquanto trascurato nel campo dell'educazione all'alfabetizzazione mediatica. È certamente questo il caso del nostro Paese, la Finlandia, e sulla base delle interviste giornalistiche che abbiamo condotto per questo articolo, esperti di diverse parti del mondo condividono questo punto di vista.
Perchè è così importante in questo momento?
“L'educazione avanza lentamente. La tecnologia no. Se non agiamo urgentemente, la capacità dei nostri studenti di impegnarsi nella vita civica ne uscirà danneggiata.” (Students’ Civic Online Reasoning: A National Portrait, Stanford History Education Group (2019)
L'ambiente dei media sta cambiando a causa della digitalizzazione e delle piattaforme social, dove aumenta sempre di più il consumo di notizie. La capacità delle persone di un’alfabetizzazione critica negli ambienti online è diventata una questione urgente. Come conclude la Relazione dell’High level Expert Group (HLEG, gruppo di esperti di alto livello) indipendente sulle fake news e la disinformazione online del 2018, le nuove modalità di produzione, circolazione e amplificazione della disinformazione sulle piattaforme digitali sono ancora scarsamente mappate e poco comprese. Nel Regno Unito, ad esempio, il sondaggio dell'autorità nazionale di regolamentazione delle comunicazioni Ofcom sull'uso dei media e sugli atteggiamenti degli adulti del 2020 mostra che il 10% degli utenti di Internet non considera la veridicità delle informazioni fattuali che trovano online. Secondo lo stesso sondaggio, nel 2020 era meno probabile che gli utenti di Internet effettuassero controlli sulle informazioni fattuali che trovavano online rispetto a due anni prima. Nel 2020, il 29% non ha effettuato alcun controllo sulle informazioni trovate, rispetto al 23% del 2018.
La digitalizzazione e lo sviluppo dei social media non possono essere ritenuti gli unici responsabili del mutevole panorama mediatico, ma sono fortemente legati a molti dei suoi cambiamenti. Sempre più persone nel mondo hanno accesso a una connessione Internet: secondo Statista, a gennaio 2021 c'erano già 4,66 miliardi di utenti attivi in tutto il mondo, pari al 59,5% della popolazione globale. Ognuna di queste persone può diventare un editore semplicemente ritwittando, condividendo un meme o scrivendo un breve post sul blog. Allo stesso tempo, la quantità di informazioni e contenuti distribuiti e consumati online è esplosa.
“Oggi è più facile esprimere la propria opinione su diversi canali, quindi si potrebbe dire che la democrazia e la libertà di espressione stanno vivendo un periodo d'oro. Ma la libertà produce anche effetti collaterali”, sottolinea la giornalista finlandese Hanna Visala, che lavora anche su progetti di educazione all'alfabetizzazione mediatica per la radiotelevisione finlandese Yle. Da un lato, si potrebbe sostenere che la digitalizzazione ha già aumentato il dialogo, l'interazione e il pluralismo dei punti di vista nei media. Dall’altro lato, con la tecnologia moderna che consente forme più sofisticate di distorsione di ciò che viene pubblicato, anche le informazioni errate e la disinformazione possono diffondersi più velocemente e più ampiamente che mai. Le agenzie di stampa, da tempo riconosciute per la loro credibilità, hanno bisogno di competere con un'ampia varietà di fonti gratuite di informazione che potrebbero non aderire agli standard tradizionali del giornalismo di qualità. Oggi, molti blogger, YouTuber o altri produttori di contenuti attivi stanno già raggiungendo un pubblico molto più ampio e diffuso a livello globale rispetto alla maggior parte dei canali di informazione tradizionali.
A livello globale, i media tradizionali hanno visto crollare i propri profitti e la flessione dei ricavi ha causato tagli al personale. I giornalisti rimasti sono spesso spinti a produrre una copertura mediatica multicanale con risorse limitate. Questo crea un circolo vizioso che può perpetuare l’indebolimento del giornalismo di informazione tradizionale. "Una delle tragedie del nostro attuale ambiente mediatico è la scomparsa delle emittenti locali, che hanno licenziato il personale e chiuso i battenti, privando le comunità di tutto il mondo di un'importante risorsa di cui hanno bisogno per mettere i loro leader davanti alle responsabilità", afferma Jonathan Anzalone. Le piattaforme digitali e i social media possono anche accelerare la polarizzazione delle visualizzazioni e il cosiddetto fenomeno della “cassa di risonanza”. Per cassa di risonanza si intende un ambiente in cui una persona si imbatte solo in informazioni o opinioni che rispecchiano e rafforzano le proprie. “Chiunque può pubblicare qualsiasi informazione come ‘notizia’, facilitando così la diffusione di informazioni false. Inoltre, a causa degli algoritmi, il clamore, l'esagerazione o il confronto ottengono una visibilità notevolmente maggiore sui social rispetto alle cosiddette notizie noiose”, afferma la giornalista Hanna Visala.
Gli studi suggeriscono che anche quando le persone affermano di accedere a una gamma sempre più eclettica di fonti di notizie da tutto il mondo, attraverso un mix di social media, app, siti web, podcast, TV e radio, la loro opinione sull'attendibilità di una fonte di notizie o di una storia è stata molto influenzata dalla misura in cui rifletteva i loro atteggiamenti. Le grandi aziende di media digitali come Google e Facebook svolgono un ruolo importante come custodi delle informazioni e possono perpetuare il fenomeno della cassa di risonanza. Queste aziende controllano ciò a cui il pubblico è esposto manipolando l'ordine dei risultati di ricerca e la scelta algoritmica dei contenuti. Ad esempio, più si consuma un determinato tipo di contenuto online, meno probabilità ci sono che si venga esposti a materiali che contengono opinioni contrastanti. Come suggerisce la Relazione dell'High level Expert Group (HLEG) indipendente sulle fake news e la disinformazione online, promuovere e preservare la diversità degli ecosistemi mediatici è fondamentale per combattere il fenomeno della cassa di risonanza e, di conseguenza, anche la diffusione della disinformazione. Ciò richiederebbe, tra le altre cose, investimenti in azioni di ricerca e innovazione per migliorare le tecnologie per i servizi di media online che producono e condividono un giornalismo pluralista. Anche la sfera mediatica globale è strettamente connessa e influenzata dal clima politico. Nel corso dell'ultimo decennio, il mondo ha visto molti leader politici erodere la libertà dei mezzi di comunicazione e ostacolare il lavoro dei giornalisti. Donald Trump ha notoriamente trascorso gran parte della sua presidenza attaccando apertamente e deridendo la stampa, e gli effetti di tale comportamento continueranno a essere visibili per gli anni a venire. In Turchia, Recep Tayyip Erdoğan ha fatto passi da gigante nel convertire il Paese in uno stato totalitario senza libertà di stampa. In Ungheria, il governo ha sistematicamente minato il giornalismo indipendente e professionale, e la maggior parte dei media è ora controllata dal governo e dalla classe di oligarchi a esso vicina.
Proprio lo scorso anno, la Bielorussia ha represso la libertà di stampa del Paese in modo particolarmente aggressivo: nella primavera del 2021, il giornalista dell'opposizione Roman Protasevich è stato arrestato dal governo bielorusso dopo che il suo volo di linea è stato intercettato nello spazio aereo bielorusso e costretto ad atterrare a Minsk. Secondo l’Indice della libertà di stampa 2020, redatto da Reporter senza frontiere, la pandemia di COVID-19 ha ulteriormente evidenziato e amplificato le crisi che minacciano la libertà di informazione. Sembra che la crisi della sanità pubblica abbia fornito ai governi autoritari l'opportunità di attuare misure che sarebbero state impossibili in tempi normali e di sopprimere ulteriormente la libertà di stampa. Ad esempio, sia la Cina che l'Iran hanno ampiamente censurato i loro principali focolai di coronavirus.
Alfabetizzazione alle notizie e democrazia vanno di pari passo
La capacità di accedere e valutare criticamente le informazioni è essenziale per la democrazia e la cittadinanza attiva, e in questo l'alfabetizzazione alle notizie svolge un ruolo importante. Per essere connessi alla comunità e alla società in generale, è necessario essere informati e comprendere le cose che accadono intorno. D'altra parte, solo la libertà e il pluralismo dei media possono garantire il flusso di informazioni. L'impegno dell'Unione europea a rispettare la libertà e il pluralismo dei media e a sostenere la libertà di espressione – che include il diritto di ricevere e diffondere informazioni senza ingerenze da parte delle autorità pubbliche – è sancito dall'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Se le persone possono facilmente essere indotte a credere alla disinformazione o a perdere fiducia nella credibilità delle fonti di informazione tradizionali, le conseguenze per la democrazia possono essere pericolose. La disinformazione erode la fiducia nelle istituzioni e nei media, ma danneggia anche le democrazie, ostacolando la capacità dei cittadini di prendere decisioni informate. Nel contesto dell'attuale pandemia di COVID-19, anche la disinformazione può avere un impatto diretto sulla salute dei cittadini.
“La notizia è l'ossigeno della democrazia, che le dà vita. Votiamo per i candidati politici, effettuiamo donazioni in denaro ai politici e alle cause, e presentiamo petizioni e protestiamo contro il governo sulla base di ciò che apprendiamo dalle notizie”, sostiene Jonathan Anzalone. “E il giornalismo investigativo, se fatto bene, serve come ulteriore controllo sugli abusi del governo. Liquidiamo tali segnalazioni come ‘fake news’ a nostro rischio e pericolo”, continua. Secondo gli ultimi Eurobarometri, nel 2020, il 71% degli europei ha ritenuto di essersi imbattuto in fake news online diverse volte al mese. La cittadinanza attiva sostiene la democrazia coinvolgendo maggiormente i suoi membri nella comunità e consentendo il monitoraggio e la partecipazione ai processi. Seguire e partecipare alla discussione sociale richiede la capacità di distinguere i contenuti prodotti da diversi attori per motivi differenti”. Certo, non sempre la conoscenza esperienziale è sbagliata e la conoscenza degli esperti è corretta, ma capire quali sono le differenze e come vengono costruite è essenziale per la formazione dell'opinione sociale", afferma Auli Harju, ricercatrice finlandese in Scienze della comunicazione specializzata in giornalismo e partecipazione dei cittadini. Harjiu sottolinea che la disinformazione o fake news non sono sempre facili da riconoscere. Le truffe, come i video falsi, sono abbastanza facili da realizzare e continuano ad evolversi con il progresso tecnologico.
La protezione della democrazia richiede anche azioni nazionali e transnazionali per combattere la disinformazione. Il Code of Practice on disinformation (Codice di condotta sulla disinformazione), istituito per la prima volta dalla Commissione europea nel 2018, è la prima iniziativa di autoregolamentazione mondiale sulla disinformazione sottoscritta dalle principali piattaforme social (Facebook, Twitter, TikTok), dalle aziende tecnologiche (Google, Microsoft e Mozilla), dalle associazioni del settore della pubblicità e dagli inserzionisti. Il codice stabilisce un’ampia gamma di impegni, che vanno dal miglioramento della trasparenza delle modalità di utilizzo della pubblicità, alla demonetizzazione dei diffusori di disinformazione, dal miglioramento della trasparenza della pubblicità politica e basata su problemi specifici, alla limitazione delle tecniche manipolative utilizzate per diffondere artificialmente la disinformazione.
L'alfabetizzazione mediatica negli adulti è spesso trascurata
Sebbene non tutti gli Stati membri dell'UE abbiano ancora adottato un programma di studio sull’educazione mediatica per l'istruzione primaria e secondaria (si veda la relazione Teaching media literacy in Europe: evidence of effective school practices in primary and secondary education), i bambini e i giovani sembrano essere un pubblico più mirato e facile da raggiungere nei corsi di formazione sull'alfabetizzazione mediatica rispetto agli adulti. Ciò può essere in parte spiegato dal fatto che gli adulti sono spesso considerati come un gruppo target impegnativo e molto eterogeneo per l'educazione all'alfabetizzazione mediatica, poiché l'uso dei media e le esigenze mediatiche degli adulti variano notevolmente in base all'età, alle condizioni di vita e ai livelli di abilità. Tuttavia, separare le dicerie, il sensazionalismo e la disinformazione dai fatti è un'abilità importante per tutte le età. L’educazione dovrebbe essere rivolta maggiormente agli adulti. Jonathan Anzalone sottolinea che, sebbene tutti ne beneficiamo quando le decisioni si basano su informazioni affidabili piuttosto che sulla propaganda, sulla disinformazione e sulla promozione interessata, gli adulti sono spesso quelli che prendono decisioni come lavoratori, come consumatori di beni e servizi e come cittadini attivi.
Gli studi dimostrano che gli adulti, soprattutto gli anziani, sono più propensi a diffondere notizie false sui social media. "Nonni e genitori, insegnanti e rappresentanti delle comunità locali istruiti dal punto di vista mediatico saranno meglio informati, prenderanno decisioni migliori e potranno dare esempi positivi alle giovani generazioni", sostiene Jonathan Anzalone. Con le persone anziane, il basso livello di alfabetizzazione alle notizie potrebbe essere esacerbato da competenze digitali inferiori e dalla difficoltà di accesso a Internet (si veda questo comunicato stampa del progetto MobileAge). Migliorare le competenze e le conoscenze digitali degli anziani è sicuramente un punto di partenza importante per molti corsi di alfabetizzazione mediatica per gli anziani (si veda il progetto Erasmus+ Digital Security for Senior Citizens (DiSC)).
Gli adulti potrebbero anche diventare ciechi di fronte alla necessità di migliorare la nostra alfabetizzazione alle notizie. “Noi adulti tendiamo ad abituarci alle nostre bolle di filtraggio, considerando vero ciò che concorda con i nostri atteggiamenti e le nostre convinzioni. Potremmo anche criticare, essere accondiscendenti o pubblicare commenti pieni di odio su coloro che non la pensano e non vedono il mondo come noi”, afferma Markéta Supa, ricercatrice ceca sui media e le tecnologie digitali. L'alfabetizzazione alle notizie non è quindi importante solo per la nostra comprensione e il nostro comportamento, ma anche per garantire la pluralità di visioni del mondo e di voci nella società democratica.
Come fare: un corso esemplificativo di formazione inerente l'alfabetizzazione alle notizie
Questo è un esempio su come integrare la lettura critica dei media in qualsiasi educazione per adulti. KVS ha creato questo corso come parte di un progetto di alfabetizzazione mediatica nel 2019. Il nostro corso pilota è stato condotto in formato pop-up, ma è possibile adattarlo alle proprie esigenze.
Corso di alfabetizzazione mediatica per adulti: "Lettore responsabile"
Descrizione del corso e obiettivi
Obiettivo del corso è collegare l'alfabetizzazione mediatica e l'educazione mediatica alla cultura della discussione quotidiana e promuovere lo sviluppo della cittadinanza attiva attraverso un dialogo costruttivo. Il corso può coprire qualsiasi argomento familiare sui media dal punto di vista dell'alfabetizzazione mediatica. Quando si sceglie un argomento, vale la pena sottolineare le questioni attuali. Anche se l'argomento è locale o nazionale, è bene cercare una prospettiva più ampia al riguardo. Un buon argomento è quello che è stato trattato da prospettive leggermente diverse e riesce a evocare sentimenti contrastanti. L'argomento potrebbe essere, ad esempio, l'attuale copertura mediatica locale e un acceso dibattito sui social media su un tema che può essere ampliato su più vasta scala. Una discussione sulla vaccinazione, ad esempio, può essere il punto di partenza per discutere di problemi di salute.
Per la selezione finale degli argomenti, si raccomanda la programmazione congiunta. Includendo i gruppi target desiderati già in fase di programmazione, è possibile mappare i temi più rilevanti per loro o scegliere insieme i temi più adatti. Vale la pena di ampliare il gruppo target al di là dei partecipanti tradizionali dell'ente organizzatore e di cercare persone provenienti da contesti diversi. È importante che la discussione possa contare su persone provenienti da prospettive diverse, quindi l'eterogeneità del gruppo è un vantaggio. È particolarmente utile coinvolgere i gruppi target che sono critici nei confronti dei cosiddetti mainstream media e ritengono che riferiscano le notizie in modo selettivo e mirato. L'obiettivo di questo corso di alfabetizzazione mediatica è contribuire allo sviluppo di un cittadino attivo e dotato di senso critico che possa godere dell'uso dei media e che sia in grado di comunicare eticamente in una varietà di ambienti mediatici. Il corso prevede una bassa soglia di partecipazione. Questo corso è rivolto agli istituti scolastici per un’opera educativa gratuita, ma può essere ampiamente utilizzato anche da organizzazioni non governative.
La struttura del corso
Il corso si compone di tre temi:
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Alfabetizzazione mediatica – Comprendere il mondo attraverso le notizie
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Le voci nei media – Di chi sono le storie che leggiamo?
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Cittadinanza attiva e democrazia – Dov'è la voce del cittadino?
Ogni sessione del corso inizia con una lezione da parte di esperti su un argomento attuale e interessante, durante la quale il partecipante riceve informazioni di base sul tema della giornata. Un'alternativa è quella di implementare il corso come una serie composta da una lezione tenuta da esperti e tre workshop. La lezione sarà seguita da un workshop di approfondimento del tema attraverso un metodo di dialogo inclusivo e facilitato, ad esempio Timeout. Ciò che è essenziale è che la discussione abbia un mediatore e un obiettivo e che i partecipanti non siano lasciati a discutere da soli. È così che si costruisce un ambiente sicuro. I workshop possono essere organizzati in modo tradizionale come corsi completi per lo stesso gruppo o come sessioni individuali in cui è possibile partecipare a una sola sessione, se lo si desidera. In entrambi i casi, l'iscrizione è utile per l'impegno dei partecipanti e il successo del corso. È una buona idea confezionare le lezioni e i workshop come un’unità, benché la lezione tenuta da esperti sia venduta anche separatamente a un pubblico più ampio.
PARTE 1: Alfabetizzazione mediatica - Comprendere il mondo attraverso le notizie
Metodo di insegnamento: lezione tenuta da un esperto più dibattito (60 min) e workshop (1 h 30 min) Obiettivo di apprendimento: il partecipante comprende i processi mediatici e come l'immagine del mondo può essere creata dai media. Un fenomeno familiare della vita quotidiana può essere considerato su scala locale, nazionale o globale. La lezione può rispondere alle seguenti domande:
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Come funzionano i media?
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Come vengono create le notizie?
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Come viene verificata la provenienza delle notizie?
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Che fine fa la copertura mediatica delle zone calde del mondo sui media nazionali o locali?
Workshop: la discussione va alla ricerca di nuove prospettive sui media come attori sociali e cerca di potenziare e ampliare la comprensione dei partecipanti dei fenomeni familiari su scala locale o globale.
Il workshop può concentrarsi, ad esempio, sulle seguenti domande:
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Che fine fanno i fenomeni globali nei media nazionali?
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Quali sono le attuali questioni globali e in che modo i media le affrontano?
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Qual è il potere che i media hanno trattando o non trattando determinate questioni?
Gli esempi potrebbero includere la copertura mediatica relativa all'immigrazione, ai cambiamenti climatici e ai problemi sanitari.
PARTE 2: Le voci nei media - Di chi sono le storie che leggiamo?
Metodo di insegnamento: lezione tenuta da un esperto più dibattito (60 min) e workshop (1h 30 min) Obiettivo di apprendimento: il partecipante comprende perché la polifonia è importante e quali sfide comporta per il lavoro di un giornalista. La lezione può rispondere ad esempio alle seguenti domande:
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In che modo i media si battono per la polifonia?
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Su quali argomenti è particolarmente importante avere punti di vista diversi?
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In che modo il giornalista garantisce che le diverse voci siano ascoltate?
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Quali sono i problemi relativi alla polifonia?
Workshop: la discussione va alla ricerca di risposte alle voci che si sentono nei media.
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Hanno tutti la possibilità di essere ascoltati?
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C'è un’opinione messa in ombra e, in caso affermativo, perché?
Il partecipante comprende la propria responsabilità nella polifonia e trova i modi per rafforzarla. La discussione affronterà la responsabilità del giornalista, nonché la libertà e la responsabilità di espressione dal punto di vista sia dei media che dei cittadini.
PARTE 3: Cittadinanza attiva - Dov'è la voce del cittadino?
Metodo di insegnamento: lezione tenuta da un esperto più dibattito (60 min) e workshop (1 h 30 min)
Obiettivo di apprendimento: il partecipante comprende cosa è il dibattito pubblico e qual è il ruolo dei media al riguardo.
La lezione può rispondere ad esempio alle seguenti domande:
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Dove si svolge il dibattito pubblico?
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Quali regole segue e perché?
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Da dove viene la mia bolla?
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Perché e come dialogare con persone con punti di vista diversi?
Workshop: la discussione si concentra sull'essenza e le regole del dibattito pubblico. Il partecipante comprende il proprio potere e la propria responsabilità, soprattutto sui social.
Fonti utilizzate nell'articolo
- https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/reporting-media-literacy-europe
- https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/final-report-high-level-expert-group-fake-news-and-online-disinformation
- https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/media-freedom
- https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/disinformation-threat-democracy-brochure)
- https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_20_383
- https://www.statista.com/statistics/617136/digital-population-worldwide
- https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/code-practice-disinformation
- https://www.ofcom.org.uk/research-and-data/media-literacy-research/adults
- https://www.ofcom.org.uk/__data/assets/pdf_file/0031/196375/adults-media-use-and-attitudes-2020-report.pdf
- https://mediaguide.fi/mediaguide/home/
- News Literacy Project
- What Is News Literacy? – Center for News Literacy
- https://www.statista.com
- Digital Media Literacy: What is an Echo Chamber?
- 2020 World Press Freedom Index: “Entering a decisive decade for journalism, exacerbated by coronavirus”
- GIVE FACTS A FIGHTING CHANCE
- https://nesetweb.eu/wp-content/uploads/2019/06/AR2_Full_Report_With_identifiers_Teaching-Media-Literacy.pd
- NBC Age, not politics, is biggest predictor of who shares fake news on Facebook, study finds
Informazioni sugli autori
Heini Huhtinen (MA) è caporedattrice e Anne Tastula (MA) è redattrice di Elm Magazine (link: elmmagazine.eu/). Oltre al loro lavoro come giornaliste, gestiscono progetti di alfabetizzazione mediatica presso la fondazione finlandese per l’apprendimento permanente, Kvs.
Vélemény
Tisztelt Bajka Györgyi!
Örömmel olvastam írását arról, hogy miért fontos most a felnőttek hírmédia-műveltséggel kapcsolatos oktatása? Határozottan egyetértek a leírtakkal, így arra csak részlegesen reflektálnék, illetve saját véleményem mentén egészíteném ki az olvasottakat.
A hírmédia-műveltséggel kapcsolatos oktatás valóban kiemelt fontosságú kérdés, mivel a szociális média a társadalom életének meghatározó részévé nőtte ki magát, amibe nem csak a kapcsolattartás és az informálódás tartozik bele, de a hírolvasás és a véleménynyilvánítás is. Ahogy a bejegyzés is írja ennek megvannak azon veszélyei / hátrányai, hogy az interneten manapság már bárki tud weboldalt létrehozni híroldal címen is, ami nagyban megnehezíti a valós információ áramlását. Ezzel egyébként most a koronavírus, illetve az Ukrajnában zajló háborús válság miatt kiemelten sokat találkozhatunk vírus-, oltás-, és háborútagadó posztok, kommentek és hamis oldalak formájában. Úgy gondolom ebben egyébként az adott platformoknak is hatalmas felelőssége van (pl. Facebook – itt a koronavírus kapcsán el is kezdődött egyfajta álhírszabályozás több-kevesebb sikerrel), de az erre való „kiképzés” is kell ahhoz, hogy az emberek megfelelően tudjanak tájékozódni. Ennek kapcsán kifejezetten jó volt olvasni a képzési tervet a „Felelősségteljes olvasó” kurzusról, határozottan támogatom és pártolom az effajta oktatásokat akár jelenléti, akár e-learning formájában. Nagyon tetszik a közös tervezés része, a kurzus felépítés, illetve az egyes részekben felvetett kérdések.
Annyival egészíteném ki az olvasottakat, hogy szerintem fontos lenne már fiatal kortól, akár a közoktatásba bevinni a helyes internethasználatot (ez lehet akár informatika órák keretében is), mert sajnos nem csak a felnőttek eshetnek áldozatul az internet „sötétebb” oldalának; mivel ahogy a digitális világ fejlődik ezzel párhozamosan az új generációk is egyre korábban találkoznak okoseszközökkel, weboldalakkal, játékokkal, stb., és ezeken keresztül hírekkel, reklámokkal (néha kifejezetten szüretlen tartalmak formájában), illetve nagyon fiatalon megismerik a közösségi média platformokat is, de meglátásom szerint a helyes internethasználatról a legtöbb korosztály ma még keveset tud. Nem feltétlen látják át az internet adta lehetőségeket (pl. nem csak chatelésre jó, hanem rengeteg tudás, kiadvány, könyv, stb. elérhető) és emiatt nem tudják őket megfelelően kihasználni. Ugyanez a híroldalakra is kivetíthető, de bármilyen digitális technológiával kapcsolatos területre. Azért lenne ez hasznos, mert egyrészt megtanulhatnák helyesen használni az internet adta lehetőségeket, ezzel csökkentve annak rájuk néző veszélyeit (pl. külön kurzust indítanék iskolásoknak az internetes veszélyekről, kamu profilok, stb.), persze ezzel nem az elijesztés a cél, hanem az átláthatóság, hogy még időben fel tudják ismerni a hamis profilokat, híreket, információkat, mik azok az adatok, amiket semmiképp ne adjanak meg idegeneknek, vagy ne tegyék ki nyilvánosra – és mivel ez a probléma a felnőtteket is érinti így a korán elkezdett nevelés miatt a későbbi korosztályokban egyre kevesebb felnőtt lehet(ne), akik ugyanezekbe az „online hibákba” belefutnak. Ezen felül a digitális technológia oktatásba való bevitele is nagyon hasznos volna, sokkal interaktívabbak lehetnének a tanórák, vagy kurzusok, erre már egyébként hazánkban is rengeteg kezdeményezés van, de ez más téma.
Összességében nagyon is pártolom a hasonló, a digitalizáció és az oktatás kapcsolatát pártoló kezdeményezéseket, remélem még sok hasonló kurzus fog a jövőben is megvalósulni, mert nagy szükség volna rá, illetve arra is, hogy ezek a lehetőségek minél több emberhez eljussanak a szegregált országrészekbe is.
Üdvözlettel,
P. M. Flóra