Open Culture: dichiarazioni e intrecci digitali



Poco più di due mesi fa, all’inizio di marzo, si è tenuta la Open Education Week 2025, un evento internazionale organizzato, a partire dal 2013, da Open Education Global, associazione no profit per la diffusione delle risorse educative aperte. Ogni anno, in occasione dell'Open Education Week, si organizzano e si conducono eventi come workshop, webinar, discussioni, dibattiti e altre attività, sia online sia in presenza, per promuovere l’educazione aperta e accessibile a tutti.
Durante la sua ultima edizione, la rete Open Education Italia, una rete di cui faccio parte formata da volontari del mondo della scuola e non solo, ha organizzato un webinar per presentare la Dichiarazione UNESCO di Dubai sulle Risorse Educative Aperte (OER) dal titolo “Digital public goods and emerging technologies for equitable and inclusive access to knowledge”, la cui traduzione libera in italiano è stata effettuata a cura di Damiano Orrù (Osservatorio sulla Information Literacy).
Questa Dichiarazione, pubblicata nel mese di novembre 2024, segue la Raccomandazione dell’UNESCO del 2019 e raccoglie i contributi provenienti dalle consultazioni di sei macro regioni che toccano l'intero pianeta e che hanno coinvolto attivamente circa 900 partecipanti provenienti da 91 Paesi. Gli obiettivi prioritari individuati dall’UNESCO sono cinque e, a mio avviso, si coniugano perfettamente con “I diritti e i principi digitali” delineati nella dichiarazione del “Decennio digitale europeo”, presentata dalla Commissione nel gennaio del 2022.
L’Unesco propone di migliorare le capacità delle parti interessate di creare, accedere, riutilizzare, adattare e ridistribuire le risorse educative aperte, conosciute in ambito educativo con l'acronimo OER, open educational resources. L’assemblea chiede agli Stati di formulare politiche favorevoli e di garantire un accesso inclusivo ed equo a OER di alta qualità. Per fare questo è necessario promuovere lo sviluppo di modelli digitali sostenibili e facilitare la collaborazione internazionale.
L’Unione europea è a favore di una trasformazione digitale sicura, protetta e sostenibile, che metta al centro le persone. Le tecnologie digitali, oggi diffuse capillarmente, dovrebbero tutelare i diritti degli utenti e sostenere la democrazia.
Mi sembra particolarmente rilevante il diritto alla libertà di scelta, secondo cui i cittadini dovrebbero beneficiare di un ambiente online equo e quindi accessibile a tutti, senza barriere per chi abbia uno svantaggio di qualsiasi natura: psico fisico, sociale, culturale, linguistico. Le persone, inoltre, dovrebbero essere protette da contenuti illegali e dannosi ed essere guidate ad acquisire autonomia e responsabilità quando interagiscono con tecnologie in continua evoluzione, come oggi succede con i Large Language Model, sistemi alla base dell'intelligenza artificiale generativa. Vari Chatbot sono entrati nel quotidiano dei cittadini e utilizzati senza la necessaria consapevolezza in materia di privacy e divulgazione dei dati personali e non. In questa fase storica è prioritario in ambito educativo informare docenti e studenti su opportunità e rischi a portata di smartphone.
La dichiarazione dell'UNESCO pone particolare attenzione all'utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale (IA) che per essere trasparenti, dovrebbero essere sorretti da un'infrastruttura basata su software open source e alimentati da contenuti con licenza aperta. È in corso un ampio dibattito sui metodi con cui contenuti e dati possono essere raccolti, creati, fruiti, riutilizzati e condivisi; il confronto in ambito legale crea accese discussioni tra esperti in merito alla proprietà intellettuale di opere creative e materiali prodotti tramite l’intelligenza artificiale. La Dichiarazione di Dubai insiste su quanto sia fondamentale il principio dell’utilizzo della tecnologia incentrato sull’uomo e, personalmente, concordo pienamente. Penso che la AI rappresenti una grande occasione di sviluppo e crescita, purché resti nelle mani dell’Uomo la capacità di discriminare e scegliere liberamente come utilizzare questa tecnologia per il bene comune.

“Solidarietà e inclusione” è un altro diritto elencato nel documento del Digital Decade europeo che, a mio avviso, è completamente congruente con l’idea sottesa all’Open culture. Infatti, in questo punto si dice che la tecnologia dovrebbe unire, e non dividere le persone. Tutti dovrebbero avere accesso a Internet, coltivare competenze digitali, utilizzare servizi pubblici digitali e avere condizioni di lavoro eque, grazie anche al progresso culturale che il digitale veicola. A titolo personale, aggiungo che la produzione di OER nasce proprio per garantire equità e inclusione digitale attraverso la condivisione libera del sapere a cui tutti possono attingere, nel rispetto delle licenze e del Copyleft. La diffusione delle OER favorisce la partecipazione democratica alla crescita culturale, permettendo a chiunque il download, il riuso, lo scambio e la creazione di contenuti digitali autentici, come illustrato nelle diapositive allegate a questo articolo.
Sul fronte della sostenibilità ambientale, altro pilastro comune ai due documenti qui analizzati, la produzione di OER può essere determinante. Se le risorse sono condivise, la conoscenza circola e ne può trarre vantaggio un ampio pubblico, senza la necessità di produrre e replicare individualmente gli stessi contenuti. Se penso all’editoria scolastica, immagino quanto si potrebbe risparmiare in termini di risorse ed energia se i libri fossero prodotti e pubblicati con licenza aperta, integrabili e utilizzabili da tutte le comunità scolastiche. Immagino i contenuti disciplinari e non organizzati in un grande MOOC reticolare e in continua evoluzione, patrocinato e veicolato su piattaforme gestite dai Ministeri per l’Istruzione dei Paesi aderenti a questa prospettiva Open. La dichiarazione UNESCO sottolinea come l'intelligenza artificiale possa contribuire all’incremento di OER presenti in rete, facilitando la creazione di nuovi contenuti didattici o la traduzione del materiale già esistente in rete, più facile da reperire grazie alla nuova potenza di calcolo e alla futura catalogazione attraverso metadati descrittivi. Si rimarca che “per facilitare una partecipazione efficace e responsabile alla condivisione e alla creazione delle conoscenze, è imperativo elaborare linee guida esplicite” poiché è fondamentale riconoscere e difendere le licenze e la paternità associate ai contenuti con licenza aperta, nel rispetto di ciascuno e di tutti.
L'intento della Dichiarazione UNESCO del 2024 è contribuire al Global Digital Compact, accordo proposto dalle Nazioni Unite per promuovere un uso responsabile delle tecnologie digitali, proponendo azioni mirate per promuovere i beni pubblici digitali (DPG), ovvero tutte le risorse disponibili con una licenza aperta e libere da copyright. Essi sono diventati indispensabili in vari settori, tra cui l’istruzione, poiché offrono flessibilità, scalabilità e interoperabilità per migliorare la condivisione e l’arricchimento globale della conoscenza.
Concludo tornando con il pensiero alla scuola, il servizio pubblico più importante in ogni società. Ogni scuola, a prescindere dal grado, può divenire il luogo ideale per una realizzazione fattiva degli obiettivi delle dichiarazioni internazionali presenti e future. Ogni educatore può contribuire a partire dalla ricerca educativa o dalla prassi didattica quotidiana documentate attraverso l’utilizzo di beni pubblici digitali aperti e liberi, condivise in rete per la costruzione di un patrimonio culturale comune volto alla promozione concreta di equità e inclusione, sostenute dalla tecnologia digitale posta a servizio dell’Uomo.
Bibliografia / Sitografia:
Open Education Italia: https://openeducationitalia.it/
Open Education Global: https://www.oeglobal.org/
Opend Education Week 2025 summary: https://www.oeglobal.org/2025/04/08/oeweek25-one-for-the-record-books/
Parlamento europeo, Consiglio, Commissione europea (2023), Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale (2023/C 23/01)
UNESCO (2019), Recommendation on Open Educational Resources (OER)
Dubai Declaration on Open Educational Resources (OER): digital public goods and emerging technologies for equitable and inclusive access to knowledge
Si consiglia di citare il documento nel modo seguente: UNESCO Dubai Declaration on Open Educational Resources (OER): digital public goods and emerging technologies for equitable and inclusive access to knowledge – 20 November 2024.