Damien Amichaud del Progetto Shift si unisce al team di esperti EPALE a supporto del lavoro sulla formazione e la transizione ecologica!

[Traduzione : EPALE Francia]
The Shift Project". Sta conducendo il progetto “ClimatSup INSA” che mira a includere le sfide in campo energetico e climatico nelle formazioni destinate agli ingegneri. Si è appena unito al team di esperti di EPALE Francia. Anche se il suo lavoro si concentra sull'istruzione superiore, Damien sarà in grado di far chiarezza sulle questioni condivise di "formazione e transizione ecologica" a prescindere dal grado di formazione. Qui di seguito, la sua intervista con il team di EPALE.
Lei stesso definisce il suo percorso "ibrido". In che senso?
Damien Amichaud: Il mio percorso è orientato alla costruzione di ponti tra mondi diversi che non comunicano abbastanza. Sono in possesso del diploma della scuola di ingegneria IMT Lille Europe e laureato in filosofia, con un master in etica, ecologia e sviluppo sostenibile presso l'Università Jean Moulin Lyon 3 - ovvero in SHS e scienze dure. Anche dal punto di vista professionale, il mio background è misto, dato che ho lavorato nel settore R&S dell'industria automobilistica e poi per il gruppo Volvo, nonché nel settore del trasporto di merci e persone (autobus, camion, imbarcazioni) - ero project manager per il miglioramento della sostenibilità e della qualità dei prodotti. Qualche anno fa ho deciso di dedicarmi alla transizione ecologica, dal punto di vista delle competenze e della formazione.
È entrato a far parte dello Shift Projet. Può ricordarci di cosa si tratta?
Damien Amichaud: Lo Shift Project è un think tank sotto forma di un'associazione di interesse pubblico. Da 12 anni, milita per la decarbonizzazione dell'economia causata dal doppio vincolo del carbonio: da un lato, è necessario ridurre drasticamente - del 55% entro il 2030 secondo gli standard europei - le emissioni di gas serra, principalmente provenienti dalla combustione di combustibili fossili, al fine di limitare gli impatti nocivi del surriscaldamento globale. Dall’altro, il semplice fatto che viviamo su una Terra con risorse di per sé esauribili ci impone di prestarvi il massimo dell’attenzione e quindi limitare la nostra dipendenza dai combustibili fossili, la cui disponibilità, gradualmente, diminuisce.
Le attività dello Shift Project consistono nel far luce sul dibattito pubblico in merito alla decarbonizzazione, attraverso la pubblicazione di rapporti basati sulla scienza e i maggiori attori coinvolti e, più in generale, nello stimolare il dibattito in vari modi: conferenze, webinar, proposte legislative, libri, ecc. Stiamo anche lavorando sull'aspetto dell'istruzione superiore, in particolare attraverso partenariati con le scuole di ingegneria del Gruppo Insa e con scuole di business e finanza. Offriamo una serie di strumenti pratici per accelerare le dinamiche già avviate, come la piattaforma didattica enseignerleclimat.org, che permette agli insegnanti di condividere le loro lezioni. Proponiamo anche un archivio di conferenze di sensibilizzazione per gli insegnanti sui diversi grandi temi legati al clima.
Qual è il suo ruolo nello Shift Project?
Damien Amichaud: Sono a capo di un progetto pilota volto a includere la questione ecologica nella formazione iniziale degli ingegneri, con il gruppo Insa: 13 scuole di ingegneria partecipano allo studio, rappresentando il 10% dei laureati in ingegneria ogni anno in Francia. L'idea è quella di trasformare le formazioni, che sono il fulcro stesso dell'attività di queste istituti. È un'azione che ha un significativo potenziale di trasformazione della società.
Il gruppo Insa ha voluto impegnarsi nel 2019, dopo le proteste climatiche degli studenti, attraverso il manifesto degli studenti per il risveglio ecologico e un sondaggio di grande portata condotto dallo Shift Project su un campione di istituti di formazione superiore e ricerca. Quest'ultimo ha svelato che le questioni ambientali - energia e clima in particolare - sono state solo raramente oggetto di formazione.
Il gruppo guidato dal climatologo Jean Jouzel ha appena pubblicato il suo rapporto sull'integrazione delle questioni climatiche nel sistema educativo. Si sta andando nella giusta direzione, secondo lei?
Damien Amichaud: È quello che si è verificato nel 2019 che ha portato alla creazione del gruppo guidato da Jean Jouzel, al quale abbiamo partecipato fino alle conclusioni pubblicate quest'anno. Il rapporto si conclude sottolineando proprio la necessità di formare alle questioni climatiche il 100% degli studenti che hanno portato a termine almeno un primo ciclo di studi universitari.
La trasformazione dell'istruzione superiore è indispensabile. Ma tra il momento in cui il sistema educativo decide di trasformarsi, quello in cui gli insegnanti cambiano il loro modo di insegnare e quello in cui gli studenti si laureano, entrano nel mercato del lavoro e iniziano a cambiare le pratiche, possono passare tra i 5 e i 10 anni. Si impone, dunque, la necessità di integrare le sfide socio-ecologiche a tutti i sistemi di formazione continua e professionale. Ecco perché mi sono interessato a Epale. Tutte le conclusioni alle quali siamo approdati nel nostro progetto per il Gruppo Insa sono adattabili ad altri tipi di formazione e ad altri paesi. Non c'è bisogno che ogni paese, ogni istituto parta da zero: condividere le lezioni dei pionieri permette a tutti di andare avanti.
L'insegnamento riguardante le questioni ambientali obbedisce a delle modalità specifiche?
Damien Amichaud: Penso che sia importante iniziare introducendo una visione generale sulle questioni che orbitano intorno all'ecologia: ci si può sentire persi o sopraffatti dalla diversità degli argomenti e non sapere da dove iniziare quando si impartiscono lezioni sulle discipline afferenti. Per esempio, il cambiamento climatico racchiude gli aspetti fisico-chimici, ma richiede anche il collegamento con le attività umane e la comprensione del suo impatto sulle nostre vite. Si pone anche la questione del ruolo che la tecnologia potrebbe o dovrebbe giocare, come ad esempio fino a che punto possiamo fare affidamento sulla cattura del carbonio. Si tratta anche di capire l'importanza della giustizia climatica. Il cambiamento climatico è un aspetto enorme della transizione ambientale che investe un gran numero dimensioni.
Guidare una transizione socio-ecologica richiede competenze, qualunque sia il campo d’azione! In primo luogo, per capire quali sono le sfide da raccogliere, così da poterle allineare con la propria attività. In secondo luogo, perché avere le competenze operative specifiche al proprio mestiere permette di agire nel miglior modo possibile. È quindi necessario trovare una buona articolazione tra competenze e conoscenze trasversali e competenze specifiche a ciascuna professione e a ciascun settore d’applicazione.
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Unitevi a Damien Amichaud per il prossimo webcast di EPALE il 30 giugno dalle 10:30 alle 12:00 su "I mestieri della transizione ecologica: opportunità per TUTTI i cittadini? "(Sito web dell'evento in costruzione - evento in francese).