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Costruire futuri di pace con l’Erasmus plus: una riflessione a partire da un’esperienza di mobilità.

A marzo del 2024, per la prima in un CPIA della Sardegna, ha preso parte alla mobilità Erasmus discenti un gruppo di studentesse e studenti con brackg

Introduzione 

Far conoscere il mondo, capirne la ricchezza e la sua complessità, nonché saperne affrontare le sfide globali sono alcune delle esigenze a cui le Istituzioni scolastiche di oggi sono chiamate a rispondere e soddisfare sia in termini didattici, culturali che di acquisizione di competenze per società, come le nostre, in continuo cambiamento. L'Erasmus + permettendo di fare esperienze di mobilità transnazionali a discenti e docenti, rappresenta uno strumento fondamentale a cui fare ricorso per raggiungere tali obiettivi. 

La mobilità Erasmus+, infatti, è molto di più di un viaggio, è un'esperienza trasversale e pluridimensionale, in primis in quanto esperienza plurilingue, condizione indispensabile del cittadino/della cittadina di domani, secondariamente in quanto opportunità di sviluppo delle proprie competenze sociali, culturali e transnazionali. In altri termini, è scoperta, apprendimento ed apertura intesa come possibilità di conoscere, contemporaneamente, se stessi e gli altri, in una parola è crescita sia per i discenti che per i docenti. 

La partenza 

Quest'anno sette tra studentesse e studenti del CPIA 2 di Serramanna, provenienti rispettivamente da Tunisia, Libia, Marocco, Siberia e Sardegna, e tre docenti hanno partecipato al progetto Erasmus + , chi come accompagnatrice, chi in job shadowing, recandosi presso la scuola VO Rosenhof di Oslo in Norvegia, frequentata, prevalentemente, da studenti e studentesse rifugiati, collaborando, in particolare, con un gruppo di pari provenienti da Afghanistan, Siria, Sudan, Somalia, Kurdistan, Marocco e Nigeria. 

La cornice del progetto è stata la cittadinanza attiva e la promozione dei valori europei, mentre il nucleo fondante ed operativo dell'incontro è stato lo scambio tra persone portatrici di culture diverse, nonché espressione di vissuti differenti. Insieme si sono confrontate sui temi della democrazia, della cittadinanza attiva, della pace e delle diverse sfaccettature che la parola libertà racchiude per ciascuno di loro: lo hanno fatto sia in aula che fuori dall'aula, sperimentandosi su più versanti all'interno di un vivace crogiuolo di lingue diverse e tanta gestualità, nel tentativo di capire prima di tutto la situazione dell'altro e, successivamente, di realizzare rappresentazioni e contesti co-costruiti, ovvero idee, valori e pratiche di condivisione, attraverso un percorso comune a partire proprio dalla propria e dall'altrui storia. 

Persone scappate dalla guerra, dalle discriminazioni, dall'indigenza, private della libertà di espressione o della libertà di scelta in generale o semplicemente con minori opportunità in un mondo sempre più competitivo, hanno creato alleanze interculturali mettendo in comune le risorse e immaginando comunità costruite secondo i principi di uguali opportunità e giustizia, scoprendo la soddisfazione e il piacere di farlo insieme. 

Sia le attività in aula, attraverso i lavori di gruppo, che i momenti culturali come le visite ai musei della città e quelli conviviali hanno messo in evidenza come la diversità, nel discorso e nella presenza sia espressione della complessità della società in cui viviamo e costituisca una risorsa che migliora qualsiasi esperienza di apprendimento. 

L'accoglienza 

Tuttavia, l'Erasmus + non è solo la possibilità di andare in un altro Paese, ma è anche accoglienza, uno scambio interculturale e intergenerazionale che continua e si arricchisce anche nel proprio territorio.

Se il viaggio ad Oslo è stata un'occasione di formazione e crescita personale sotto più punti di vista, ricambiare l'ospitalità, accogliendo le studentesse e gli studenti della scuola VO Rosenhof con le loro docenti, è stata un'esperienza ancora più intensa e significativa, che ha permesso di accorciare ulteriormente le distanze tra le persone, far conoscere meglio la cultura locale e continuare a confrontarsi sui temi salienti della pace e della cittadinanza attiva, assumendosi in più la responsabilità dell'organizzazione, della progettualità e della gestione della proposta culturale. 

Accogliere ha significato mettere in campo risorse e competenze plurime, che vanno dalla cura dell'aspetto logistico a quella degli aspetti culturali e didattici, passando per quello culinario e ricreativo. Inoltre, l'accoglienza ha riguardato tutta la comunità scolastica, perché il progetto Erasmus + coinvolge tutte e tutti, non solo chi parte; inoltre, l'attesa di chi resta, non è silente, ma parte attiva del progetto. Ogni discente del CPIA 2 di Serramanna, a suo modo e secondo le sue specificità, ha reso possibile questo scambio, creando uno luogo di reciprocità oltre i confini e contribuendo a costruire un contesto inclusivo di intercomunità in un'ottica plurilingue e multiculturale. 

La speranza / conclusione 

In tempi difficili di guerre ed espulsione dell'altro come quelli che stiamo attraversando, il dialogo e la collaborazione tra culture diverse, non permette solo di acquisire strumenti in più per agire nel mondo di oggi, ma rappresenta una speranza per costruire futuri di pace. Tenere viva questa speranza, come sosteneva il pedagogista brasiliano Paulo Freire, è un imperativo a cui non possiamo sottrarci anche quando la durezza della realtà suggerisce il contrario. 

Descrizione del progetto 

Bridging cultures 

I fase 

La mobilità Erasmus + ad Oslo e la relativa accoglienza a Serramanna è il frutto dell'incontro tra le/i docenti del CPIA 2 Serramanna e l'Istituto VO Rosenhof di Oslo. 

Dopo i primi contatti, avvenuti grazie alla piattaforma Epale tra le rispettive referenti Erasmus Daniela D'oca e Hanne Engmo nella primavera del 2023 e la definizione di un possibile contesto teorico e pratico, sono state/i subito coinvolti/e docenti interessati/e a partecipare al progetto. 

Un progetto che potremmo definire per noi “speciale”, in quanto, per la prima volta in Sardegna, ha visto protagoniste/i della mobilità le alunne e gli alunni del CPIA 2 con background migratorio. 

Come gruppo di docenti selezionato di entrambe le scuole ci siamo recate/i, a settembre dello stesso anno, a Berlino per frequentare un corso dell'Europass Teacher Accademy sul tema della cittadinanza attiva e la promozione dei valori europei. 

La possibilità di conoscerci, scegliere un filo conduttore e individuare attività che favorissero la partecipazione attiva anche a persone che non condividevano del tutto una lingua comune, nonché di bassa scolarizzazione è stata, in primis, una grande occasione di formazione per il gruppo docente; secondariamente creare insieme il setting e scegliere le metodologie più adatte ha significato rendere lo scambio più efficace ed inclusivo. 

II fase 

Dopo la definizione di contesto e format abbiamo dovuto affrontare la parte, probabilmente più complessa, quella relativa alla selezione dei/delle discenti, dato che, benché i criteri di selezione fossero stati definiti all’inizio, ovvero la frequenza ai corsi di I e II periodo didattico, la motivazione, aspetti ritenuti fondamentali per la partecipazione ad una mobilità Erasmus, le

conoscenze base della lingua inglese, tanta curiosità e minori opportunità, si è aggiunto, in questo caso, l'aspetto burocratico. Far partire, infatti, cittadini/e non europei ha implicato un ulteriore sforzo da parte dell'Istituzione scolastica. Nonostante in molti e molte rispondessero ai criteri di selezione, solo chi, tra gli alunni e le alunne stranieri/e era munito di passaporto, oltre che di permesso di soggiorno ha potuto, di fatto, prendere parte alla selezione. 

III fase 

Parallelamente all'aspetto burocratico abbiamo curato quello didattico/culturale e logistico, quando ad ottobre 2023 sono venute in job shadowing le colleghe norvegesi: oltre a far conoscere loro il territorio, le nostre modalità di lavoro, le/i docenti e le/gli alunne/i dei plessi coinvolti nel progetto abbiamo iniziato a predisporre i materiali utili all’interazione delle/dei partecipanti. 

IV fase 

Una volta selezionate/i queste/i ultime/i, grazie anche al contributo dei vari consigli di classe, e formato un gruppo molto eterogeneo per età e background, abbiamo dato avvio agli incontri preparatori incentrati su conoscenza reciproca, team building, aspettative e paure, problem solving, rispetto e convivenza, lingua e intercultura. 

V fase 

A marzo del 2024 è arrivato, finalmente, il momento della partenza. Consapevoli che i viaggi fanno le persone e non il contrario, trepidanti, incuriositi e molto emozionate/i siamo partite/i per Oslo, pronte/i per conoscere nuove persone, altre culture e immergerci in una realtà diversa. Il soggiorno ha superato le nostre aspettative, già di per sé alte, visto che avevamo avuto modo di conoscere le nostre partner. Il gruppo partito dalla Sardegna si è dimostrato coeso, attento ed estremamente ricettivo. L'accoglienza norvegese è stata, dal canto suo molto calorosa e ben organizzata. Ogni giorno ci siamo recate/i a scuola per affrontare insieme i temi scelti. Oltre alle attività di conoscenza ed ice breaking, abbiamo utilizzato memory cards, talkings cards per entrare nel vivo del dibattito e permettere a tutti e tutte di parteciparvi. 

Dopo le attività in classe abbiamo sempre dedicato una parte della giornata alle attività culturali, dalla visita alla Biblioteca nazionale al museo di Munch, nonché al Centro per la Pace Alfred Nobel. 

Non sono mancati i momenti conviviali, come la gita sulla neve, la cooking challenge, i balli e i pasti condivisi: un'allegra babele di lingue, stili di vita ed idee. 

VI fase 

Partire è bello, ma anche accogliere lo è altrettanto e il mese successivo abbiamo avuto il piacere di ricevere nelle nostre sedi il gruppo norvegese. Se ad Oslo le attività cooperative sono state più teoriche, quelle in Sardegna hanno avuto un taglio più pratico, ovvero si è cercato di tradurre le idee raccolte in proposte operative, come la realizzazione di un ponte simbolico tra due comunità, la definizione di comunità rispondenti ai valori precedentemente delineati e laboratori di pasta fresca e di fiori di carta come simboli di pace.

Inoltre, nell'accoglienza è stata coinvolta tutta la comunità docente e discente del plesso di Serramanna che con il suo contributo ha reso indimenticabile il tempo trascorso insieme. 

Salutarsi è stato difficile, ma una volta gettate le basi per un lungo ponte interculturale, sappiamo che si tratta solo di un arrivederci, perché quel ponte, seppur simbolico, verrà percorso più volte. 

VII fase – La valutazione 

Poter prendere parte al progetto “Bridging cultures” in tutte le sue parti, è stata una grande opportunità di formazione e crescita professionale. Vedere la partecipazione attiva di alunne e alunni con o senza background migratorio lavorare insieme e delineare contesti di vita rispondenti ai principi di uguali opportunità e democrazia, ammetto, è stata una grande emozione. 

Un tale progetto è stato possibile grazie alle tante sinergie trasversali messe in campo, dai discenti ai docenti, ma anche dall'attiva collaborazione di tutta la comunità scolastica, in particolare dal DS e dalla DSGA. Altri aspetti che hanno favorito il buon esito della mobilità sono stati sicuramente la formazione congiunta dei/delle docenti coinvolti/e, nonché l'aver organizzato gli incontri preparatori che sono stati non solo informativi, ma, soprattutto, formativi per il tipo di esperienza che si è andati a compiere. 

Ora siamo in attesa della disseminazione che, di nuovo, coinvolgerà tutti e tutte. Nel frattempo “seminiamo” per le prossime mobilità.

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