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Convegno INSIEMI - Per l'inclusione degli adulti stranieri nella provincia di Padova - I contenuti

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Si è tenuto a Padova il Convegno "INSIEMI -  Per l'inclusione degli adulti stranieri nella provincia di Padova" organizzato dal Centro Provinciale per l'Istruzione degli Adulti (CPIA) e dal Comune di Padova

L’obiettivo del Convegno, tenutosi il 22 maggio presso la Sala Comunale Carmeli, era di contribuire a costruire una rete di coordinamento delle iniziative e dei numerosi soggetti attivi nell'ambito dell’accoglienza e dell’inclusione degli adulti stranieri a partire da collaborazioni che si sono dimostrate efficaci e produttive.

Hanno aperto i lavori Francesco Lazzarini, Dirigente del CPIA di Padova, Marta Nalin,  Assessore al Sociale del Comune di Padova, e Cinzia Ghidini  per l’Ufficio Scolastico Territoriale di Padova, ha moderato Enrica Cortella, del CPIA di Padova.

Susanna Cristofanello, Progetto Erasmus Plus “Boosting Individual Competences (BIC) (Promuovere le Competenze Individuali)”, CPIA di Padova, ha spiegato come l’idea del Convegno sia nata nell'ambito del progetto Erasmus Plus "BIC"  al quale il CPIA di Padova partecipa come partner italiano, insieme a FeCEAV, Federazione dei Colectivos de Educaciòn de Personas Adultas de Valladolid, Spagna, GRETA Lycee Charles et Andrien Dupuy, di Le Puy en velay, Francia, e alla Volkshochschule di Olching, Germania, coordinatrice del progetto.

Le quattro istituzioni partner lavorano con adulti e hanno progettato e proposto attività a partire dalle competenze che gli studenti adulti (siano immigrati, appartenenti a minoranze, vulnerabili o a rischio), hanno già acquisito prima di entrare o rientrare nei percorsi scolastici o di formazione. Le attività che rispondono alle esigenze di quanti frequentano i percorsi per adulti sono soprattutto corsi di lingua, corsi per l’acquisizione delle competenze di base, attività di orientamento, tutte attività che favoriscono l’inserimento nelle nostre scuole, nella ricerca di un lavoro e alla cittadinanza attiva

Il progetto ha portato alla stesura di un documento, intitolato “Definition of Relevant Educational Steps to Facilitate Inclusion” (DRESFI), in cui si descrivono quali siano i passi importanti da fare per promuovere l’inclusione degli adulti e dei giovani adulti. Il gruppo del CPIA di Padova ha voluto però sottolineare proprio con l’organizzazione del Convegno INSIEMI la necessità di condividere informazioni, collaborazioni, progettualità sul territorio, mettendo insieme le reti esistenti, affinché i passi siano possibili e conducano nella direzione di un futuro di autonomia e di cittadinanza.

Nel primo panel, dedicato all’alfabetizzazione e all’istruzione come strumenti di inclusione,  Francesco Tesi, insegnante del CPIA di Padova, ha presentato l’esperienza della sede del CPIA di Monselice che, dal confronto e dalla collaborazione con le locali strutture di accoglienza per i cittadini richiedenti asilo, ha portato alla stesura di un protocollo di intesa. La collaborazione ha avuto l’obiettivo condiviso di garantire continuità didattica tra corsi di italiano L2 ed ex-terza media.

A seguire Ilaria Serra della Cooperativa Orizzonti ha presentato “Il tavolo dell’alfabetizzazione”, organizzato presso  la stessa cooperativa dal giugno 2017, al quale partecipano più di 20 docenti di italiano L2 che insegnano nelle cooperative e nelle associazioni di volontariato operanti nel sistema di accoglienza della provincia. Al tavolo partecipano anche docenti del CPIA. Lo scopo è fare rete, conoscersi e comunicare, aiutarsi, capire come sono strutturate le diverse realtà, tessere relazioni e metter al centro lo studente immigrato che accede all’offerta formativa. Negli incontri al tavolo sono state condivise le problematiche legate all’insegnamento dell’italiano L2 (come la motivazione allo studio e l’analfabetismo) con studenti in strutture di accoglienza  e  si è promossa la formazione dei docenti.

Maria Teresa De Santis, insegnante del CPIA di Padova ha proseguito presentando il percorso che ha portato dal tavolo per l’alfabetizzazione al Progetto Fare Re.Te del CPIA di Padova. Scopo del progetto è stato ed è fare rete all’interno e  all’esterno del CPIA. Si è partiti dal monitoraggio e dalla mappatura delle relazioni in atto per conoscere e conoscersi. Il CPIA ha rapporti con più di trenta cooperative ed associazioni, ha sedi in sette Comuni, lavora con Centri di Formazione Professionale e altre istituzioni scolastiche.

Ne è nata la proposta di aggiornare ed unificare i protocolli esistenti, per razionalizzare, rendere più chiare, trasparenti ed efficaci le modalità di collaborazione tra cooperative, associazioni e comunità di accoglienza e i percorsi di istruzione per adulti erogati dal CPIA della provincia di Padova e quindi alla proposta di un protocollo di intesa.

La proposta è stata condivisa e partecipata all’interno del CPIA e condivisa a giugno con le cooperative e le associazioni. Si sollecita anche il rinnovo e l’aggiornamento del protocollo d’intesa tra Comune, Ufficio Scolastico dell’Ambito Territoriale e il CPIA (attivo con i CTP prima della riforma).

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Dalla partecipazione al tavolo dell’alfabetizzazione della Cooperativa Orizzonti e dalla lettura della realtà è nata anche la proposta di creare la Rete delle Scuole di Lingua e Cultura Italiana che includa il CPIA e i Comuni (nel mandato di entrambi c’è il fare rete), le cooperative, le associazioni, le scuole e l’università con l’obiettivo comune di garantire il diritto alla formazione dei cittadini di origine straniera.

Quello che questa rete potrebbe fare è leggere i bisogni formativi del territorio in modo più puntuale, formare i cittadini stranieri (non solo lingua ma anche cultura italiana, con finalità di inclusione sociale), coordinare le offerte (corsi gratuiti, continuità, corsi ricorrenti), far conoscere le buone pratiche, organizzare la formazione comune degli insegnanti, verificare e valutare gli esiti delle attività della rete. Si auspica anche di poter realizzare un sistema di riconoscimento dei crediti formativi valido all’interno della rete sul modello dei CPIA di Roma.

Si spera di poter lanciare la rete territoriale delle scuole di italiano per l’8 settembre, giornata internazionale dell’alfabetizzazione, o il 26 settembre giornata internazionale delle lingue.

Nel secondo panel, dedicato all’orientamento e alla formazione nell’ambito dell’educazione degli adulti e dei giovani adulti, è intervenuto Renzo Paolo Vedova, Consulente dell’Ufficio Ambito Territoriale per il Tavolo Tecnico Territoriale per l’orientamento, la prevenzione della dispersione e la promozione del successo formativo, al quale siedono l’Università, l’ESU, la Provincia, il Comune, l’UST, la Camera di Commercio e la Confindustria di Padova. E’ stato presentato il percorso attuato al fine di fornire un servizio efficace alla comunità territoriale grazie alla definizione dei ruoli e alla divulgazione delle azioni di ciascun ente, all’interno delle azioni di sistema, in un’ottica di collaborazione per agevolare la scelta del servizio più idoneo da parte del fruitore. Il tavolo sta lavorando ad un modello di “Consiglio orientativo integrato” ancorato alla rilevazione delle competenze e degli stili di apprendimento degli studenti che veda sinergicamente coinvolti lo studente, la scuola e la famiglia.

A seguire, Augusta Amendola, della Scuola Edile di Padova, e Annalisa Spinello, del CPIA di Padova, hanno presentato la loro esperienza di collaborazione nell’ambito della formazione professionale.

Amendola e Spinello hanno presentato un percorso a qualifica annuale per adulti per operatore edile (per disoccupati, inoccupati, occupati over 18) che ha coinvolto 7 scuole edili del Veneto, i CPIA di Padova e Treviso, l’Agenzia per il lavoro Obiettivo Lavoro Politiche Attive, ed S.R.L. accreditate presso la Regione Veneto.

Il percorso aveva l’obiettivo di fornire chance occupazionali a persone in condizioni di svantaggio attraverso la valorizzazione delle competenze pregresse e un percorso formativo personalizzato e flessibile per il conseguimento di una qualifica professionale.

Annalisa Spinello, insegnante di lettere del CPIA, ha partecipato alla formazione dei formatori, al riconoscimento dei crediti formativi e alla formazione dei diretti destinatari. Spinello ha evidenziato il valore della messa in comune degli standard di risultati di apprendimento (sia professionali che culturali/di base), delle metodologie didattiche integrate e innovative con riferimento alle possibilità di occupazione dei destinatari dell’azione formativa, delle strategie valutative.

Nel terzo panel, dedicato al riconoscimento delle competenze e all’attribuzione dei crediti formativi, Augusta Amendola ha illustrato come il percorso a qualifica annuale per adulti per operatore edile abbia attuato il riconoscimento dei crediti formativi nei percorsi per adulti nella Scuola Edile di Padova secondo le linee guida (dgr n. 2895 del 28.12.2012) e al Repertorio delle competenze Formedil, che rappresenta gli standard delle competenze professionalizzanti in edilizia, e come abbia utilizzato la validazione delle competenze acquisite non formali ed informali, il dossier delle evidenze, l’acquisizione delle competenze di base, di quelle professionalizzanti, la ricerca attiva del lavoro ed i servizi per l’impiego. Amendola ha concluso l’intervento leggendo la lettera/testimonianza di Ousainou che, nel suo lungo e difficile percorso di immigrato in Italia, grazie al corso formativo Operatore edile e allo Sportello in cui la Scuola Edile inserisce i CV di chi cerca occupazione, ha trovato lavoro presso un’impresa edile.

A seguire Monia Astolfi e Nadia Tamiazzo, dell’ Ufficio Titoli Esteri, Ufficio Carriere Studenti dell’Università di Padova, hanno spiegato quali siano le procedure di riconoscimento dei titoli accademici esteri per chi si voglia iscrivere all’università di Padova, quali siano i titoli necessari per l’accesso ai corsi di laurea, come funziona il riconoscimento dei titoli accademici stranieri. L’università di Padova negli ultimi due anni per i richiedenti asilo ha attuato il progetto Culture e accoglienza. Per le persone provenienti da paesi in cui è impossibile tornare per motivi di sicurezza personale e che non possono recuperare i loro titoli di studio, l’università sta creando un iter di procedura per il riconoscimento dei titoli appoggiandosi al CIMEA qualora manchi parte della documentazione formale. Le relatrici auspicano che anche in Italia si cerchino o si creino gli strumenti, come per esempio è stato fatto in Norvegia, per l’accertamento e l’attestazione delle competenze proprio per autorizzare e permettere il proseguimento degli studi universitari, e non solo, come indicato nelle direttive europee.

Nel quarto panel, dedicato alle reti di inclusione e a come farle lavorare insieme, è intervenuta Alessandra Meneghini, Istruttore Pedagogico Direttivo del Comune di Padova, che ha portato l’esempio del Progetto Rondine per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, realizzato dal Comune di Padova all’interno delle sue attività per l’inclusione degli adulti stranieri, progetto di seconda accoglienza che lavora sull’autonomia e sull’integrazione, con interventi individualizzati, sulla valorizzazione delle competenze, la ricerca attiva del lavoro (attraverso i tirocini),  ricerca attiva della casa. Dal  2006 ad oggi sono state  accolte 284 persone.

A seguire Sandro De Liberali, Capo Settore Servizi Culturali del Comune di Vigonza (Pd) ha portato l’esperienza del Comune di Vigonza­ che, attraverso i servizi sociali e culturali, la scuola primaria, la collaborazione con il CPIA di Padova e soprattutto grazie ad un nutrito gruppo di volontari di diverse associazioni, ha attivato corsi CIVIS V di italiano per stranieri per i quali è stato messo a disposizione sia il trasporto che un servizio di baby-sitting. De Liberali ha sottolineato come un Comune che conosca bene il suo territorio e quanti vi operano possa “mettere insieme”, cioè coinvolgere e far lavorare insieme istituzioni scolastiche, insegnanti, genitori e associazioni e possa innescare un meccanismo virtuoso in cui si condividano storie e esperienze e si decida di trovare nuove progettualità per continuare ad incontrarsi e a provare nuove esperienze di formazione.

A conclusione del panel Ivan Brotto, dell’Associazione Giovanni Danieli, ha parlato di quanto le strategie di rete e le relazioni sul territorio (servizi sociali, tutori, famiglie, volontari, ex ospiti, scuole, enti di formazione, agenzie interinali, cooperative sociali, ufficio informativo, centri per l’impiego, progetti finanziati, passa parola) siano importanti nell’accompagnare i neo-maggiorenni all’autonomia. Brotto ha sottolineato l’importanza di fornire rapidamente ai minori non accompagnati gli strumenti per sganciarsi dall’assistenzialismo e l’importanza di spronarli a mettere le competenze acquisite immediatamente a frutto, a sperimentarsi e ad attivarsi, anche se questo comporta frammentare il percorso formativo a favore di un inserimento lavorativo.                                                   

L’ultima parte del Convegno  è stata riservata alla Tavola Rotonda sulla possibilità di porre le basi per una rete di coordinamento per l’inclusione degli adulti a Padova e nella sua cintura urbana. Hanno partecipato alla tavola rotonda I. Serra, Coop Orizzonti; M.T. De Santis, CPIA di Padova; R.P. Vedova, Consulente dell’U.A.T., Ufficio Ambito Territoriale; A. Amendola, Scuola Edile Padova; M. Astolfi e N. Tamiazzo, Ufficio Titoli Esteri, Ufficio Carriere studenti dell'Università di Padova;  A. Meneghini, Istruttore Pedagogico Direttivo, Comune di Padova; S. De Liberali, Capo Settore Servizi Culturali del Comune di Vigonza;  F. Menegazzo, Coordinatrice dei Centri per l'Impiego della Provincia di Padova.

La moderatrice, Giovanna Vignato, del CPIA di Padova, ha dato avvio alla discussione chiedendo di che cosa si parla quando si parla di rete, quali strumenti possiamo mettere in campo per fare una rete e che ricaduta possa avere.

Fiorenza Menegazzo, Coordinatrice dei Centri per l'Impiego della Provincia di Padova, ha sottolineato che di fatto la rete degli attori che operano nell’ambito dell’accoglienza e dell’orientamento degli adulti stranieri esiste già ma c’è la necessità che ci sia comunicazione tra chi ne fa parte. La rete c’è e chi ne fa parte deve parlarsi altrimenti non si possono conoscere quali siano le competenze e i limiti degli altri attori della rete. L’utenza è la stessa, si lavora nello stesso territorio ma l’orientamento è spezzettato, ognuno fa il suo orientamento e il suo sportello. Ci si limita ad usare solo il tirocinio come politica attiva mentre le politiche attive sono anche altre che però, non conosciute, vanno disperse, non arrivano a concretizzarsi. La proposta è: parliamoci. Francesco Tesi ha auspicato l’appoggio degli amministratori e che il Comune si faccia promotore della rete. Ilaria Serra ha sottolineato invece che, contrariamente al passato, sia proprio dal basso che sta nascendo la rete e che gli attori sono maturi per farsene loro stessi promotori, e ha sostenuto l’urgenza di programmare i prossimi incontri e che si  definiscano degli obiettivi su cui riunirsi a discutere. Monia Astolfi ha evidenziato la necessità di riconoscere una struttura istituzionale entro le cui regole agire ma anche che, laddove l’istituzione non si faccia sentire, sia allora importante comunicare con essa e chiedere che agisca. Maria Teresa De Santis ha ribadito che la rete non debba essere costruita dai vertici ma da percorsi di partecipazione, altrimenti ne nascerà una rete solo formale, e che il vertice ha il compito di siglarla. Augusta Amendola ha sottolineato la necessità di riconoscere che l’esigenza di fare rete nasce dal fatto che ogni attore ha la sua specificità all’interno dello stesso ambito e che è necessario lavorare in rete per accogliere e orientare il nuovo e il diverso che arriva, e per capire dove ci troviamo noi rispetto al nuovo. Dal pubblico una giovane signora del Camerun, Adeline ha evidenziato l’assenza di interlocutori di origine straniera alla tavola rotonda e rispetto all’argomento della rete ha osservato che il Convegno di per sè è stato per lei fare rete perché “la rete si fa dove ci si incontra”.

Il Convegno si è concluso con i saluti e i ringraziamenti di Francesco Lazzarini, Dirigente del CPIA di Padova.       

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