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Le vite degli altri. Ci metto il tempo che mi serve-Parte II.

Tra i "gifted seniors" si annoverano straordinari talenti, che in età più che adulta si sono dedicati a tutt'altro. Uno di essi è Benjamin Franklin.

Questo breve intervento segue una prima riflessione sui "geni tardivi", che trovate a questo link: https://epale.ec.europa.eu/it/blog/le-vite-degli-altri-ci-metto-il-temp…

Nella mia ricerca, di poche pretese, sui "geni tardivi" mi ero rassegnata a dover scovare qualche misconosciuto personaggio, che, avendo dato evidenza del suo genio in età tarda e curandosene ben poco, aveva anche avuto poco interesse a lasciare tracce di sé, rendendo quindi la mia semi-seria ricerca sufficientemente ardua, da renderla interessante.

I fatti, poi, mi hanno smentito e mi sono imbattuta in una nuova categoria di "gifted seniors"; si tratta di personaggi molto noti per i meriti correlati al loro straordinario talento in un settore, che in età più che adulta si sono dedicati a tutt'altro, dando una nuova dimensione al loro genio.

Uno di essi è Benjamin Franklin (1706-1790), che, come non pochi altri intellettuali illuministi, ebbe modo di applicare il suo genio a molti campi del sapere, ma dandovi una connotazione pragmatica e utilitaristica delle sue speculazioni, che esprime bene la distanza tra l'intellettuale illuminista, fine pensatore, europeo e quello nord-americano, interessato a trovare un'applicazione funzionale alle sue speculazioni.

Probabilmente, anche per questa ragione, in Europa Franklin è più noto come inventore e scienziato, piuttosto che come politico e ambasciatore; mentre negli USA è considerato un genio universale, più dialoganti con i geni universali dell'Umanesimo Italiano di quanto non lo fossero gli intellettuali illuministi, suoi coevi, europei ed italiani stessi.

Forse, il suo “genio tardivo” ha la sua genesi in questa differenza.

Se per l'intellettuale illuminista l'attività di pubblicista era una connotazione propria della sua speculazione, Franklin mostra il suo genio di scrittore solo molto tardi, sebbene, curiosamente, in gioventù aveva lavorato anche come tipografo e tra le sue prime imprese commerciali di grande successo vi era stata l'attività di editoria, eppure rivolta a prodotti di massa, quali riviste, giornali e gazzette.

Se gli Statunitensi dovessero associare Franklin ad uno scritto, probabilmente e a ragione, indicherebbero la Dichiarazione di Indipendenza del 1776, redatta in seno alla Commissione dei Cinque; tuttavia, forse, non saprebbero indicare molto altro.

Eppure, il genio letterario di Franklin è tanto misconosciuto e tardivo, quanto sorprendente.

In vita ha pubblicato pochissimo, ma sfogliando le diverse edizioni e versioni della sua opera omnia, tra l'altro pubblicata postuma, si trova una miniera a dir poco poliedrica di scritti, larga parte dei quali inediti.

Alcuni sono del tutto in linea con la sua formazione (ad es. Saggio di morale e di economia privata), i suoi interessi scientifici (Esperimenti e osservazioni sull'elettricità) e il suo profilo pubblico (l'autobiografia, epistolari e raccolte di discorsi pubblici).

Ma il genio letterario tardivo e taciuto di Benjamin Franklin riguarda scritti che sembrano avere poca coerenza con una personalità anche se straordinariamente poliedrica, come quella di Franklin.

Tra questi scritti vi sono riflessioni, come ne Il tempo di imparare e Il sogno, ma anche opere, soprattutto epistolari, che il cui titolo ne rende bene il contenuto e l'intento, come L'incoraggiamento dell'ozioso, Regole per rendersi deplorevoli, Consigli ad un amico su come scegliere un'amante e una sorta di miscellanea umoristica in rima, scritta a oltre 70 anni e senza titolo.

Un genio letterario tardivo, che, chi volesse, potrebbe approfondire partendo da qui:

https://www.google.it/books/edition/The_Autobiography_and_Essays_of_Dr_Benja/RZIEAAAAYAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=Benjamin+Franklin+inauthor:Benjamin+inauthor:Franklin&printsec=frontcover

 

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