La rete delle biblioteche nel contrasto alla povertà educativa

È di pochi giorni fa un resoconto ampio e documentato pubblicato da Openpolis sul ruolo delle biblioteche nel contrasto alla povertà educativa in Italia.
Poche strutture hanno una potenzialità strategica paragonabile a quella delle biblioteche: presìdi diffusi sul territorio, ad accesso libero e gratuito, da vivere non solo come luoghi di studio, ma anche come centri di aggregazione, di socialità, di formazione e apprendimento, formale e informale, per tutte le fasce della popolazione, fortemente ricettive anche rispetto ai bisogni del contesto in cui si trovano ad operare.
Nel nostro Paese l’accesso alla lettura è profondamente diseguale, ce lo segnala l’ultimo rapporto Istat Produzione e lettura di libri in Italia. La lettura è uno dei comportamenti che più risentono dell’influenza dell’ambiente familiare. Quando entrambi i genitori hanno questa abitudine, 3 minori su 4 a loro volta leggono. Se al contrario i genitori non leggono, poco più di un terzo dei figli lo fa. Tradotto in percentuale significa che il 73,5% dei minori figli di lettori leggono. Se né il padre né la madre leggono, la quota scende al 34,4% (Istat, 2022).
Ma nell’abitudine alla lettura incidono anche divari sociali e territoriali profondi. Secondo i dati Istat prima della pandemia, Emilia Romagna e Valle d’Aosta, sono le regioni in cui si registrano le percentuali più alte di lettori abituali. Mentre le regioni con l’incidenza più bassa di lettori abituali tra bambini e adulti si trovano invece nel Sud dove le percentuali più basse si attestano in Calabria e Sicilia, seguite da Campania, Molise, Puglia e Basilicata.
Iniziative in biblioteca per contrastare la povertà educativa
Gli sforzi maggiori nel contrasto della povertà educativa attraverso la rete delle biblioteche si registrano in quelle aree del paese dove i dati pre-pandemici indicano una minor incidenza di lettori. Nel 2021 la Puglia è stata la regione con più biblioteche con progetti di inclusione rivolti a persone in povertà.
Nel 2021, il 12,4% delle biblioteche ha indirizzato i propri progetti di inclusione verso le persone che vivono in povertà economica, educativa o culturale. La quota raggiunge il 28,1% in Puglia, il 22,5% in Basilicata, e si avvicina a una struttura su 5 in Calabria (19,3%) e Campania (19%).
(Dato non disponibile per la provincia autonoma di Bolzano)
FONTE: elaborazione Openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 21 Dicembre 2022)
Ad attivare progetti di inclusione sono state soprattutto le biblioteche collocate in piccole città e sobborghi a densità intermedia di popolazione, con un picco tra i 30 e i 50mila abitanti.
Il presupposto per attuare questo tipo di politiche è l’esistenza di una rete strutturata di biblioteche sul territorio. Una potenzialità da valorizzare anche attraverso patti educativi territoriali o comunque strumenti che le mettano in rete con altre strutture, partendo dalle scuole.
Fonte e approfondimenti: Openpolis

