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INFORMATICA DI BASE per adulti, presso il Liceo “L. Garofano” di Capua(Caserta). Il progetto è finalizzato ad acquisire la abilità e le competenze di base per l’utilizzo del pc e di Internet.

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Iniziare un corso di insegnamento agli adulti è sempre una emozione nuova, perché insegnare agli adulti non è mai semplicemente insegnare nel senso lato del termine, ma uno interscambio di sensazioni diverse con chi ci sta di fronte e ci ascolta.

Ben conscio di queste difficoltà ho accettato l’incarico di Esperto nel percorso PON Modulo formativo per i genitori: INFORMATICA DI BASE, presso il Liceo “L. Garofano” di Capua. Il progetto è un corso di alfabetizzazione informatica finalizzato ad acquisire la abilità e le competenze di base per l’utilizzo del pc e di Internet.

L’obiettivo del corso è di mettere in grado i partecipanti (genitori degli alunni dell’Istituzione Scolastica) di utilizzare il personal computer e i servizi essenziali che internet offre.

L’adulto in apprendimento è un adulto che ama mettersi in gioco, che vuole apprendere, ma nello stesso tempo vuole portare la propria esperienzialità, le conoscenze apprese in contesti diversi, non ultimo la cultura della strada. Anni fa, ad un progetto PON G1 chiesi agli utenti, per conoscerci meglio e per avere un approccio migliore, quali fossero le motivazioni alla base della partecipazione. Una corsista, appena in quiescenza, disse che aveva optato per un corso di logica matematica perché sentiva il bisogno di mettersi in gioco, dimostrare a sé stessa di essere capace di cimentarsi con giochi logici, di riuscire a risolverli per sentirsi viva. Dichiarazione bellissima perché racchiude in sé tanta vivacità intellettuale e tanta voglia di imparare….e quando si ha voglia di imparare….gli anni biologici non si incrociano più con l’età interiore.

Insegnare in un corso per adulti non è semplice perché non sempre è possibile applicare “sic et simpliciter” le metodologie didattiche/metodologiche solitamente utilizzate per una buona didattica con discenti in età scolastica. In genere, con l’età può affievolirsi la voglia di mettersi in gioco. Inoltre un adulto ha già sperimentato ed è depositario di un metodo di studio che ha utilizzato nel passato e che, con buona probabilità, gli ha consentito risultati più o meno “apprezzabili” e diventa impermeabile a nuove frontiere didattiche. Il formatore di un corso per adulti non può sottostimare questi aspetti, e se vuole avere successo deve stimolare il gruppo-classe attraverso quattro prospettive, tra loro concatenate: la motivazione, il rinforzo, la pazienza, la buona pratica.

Più segnatamente andiamo ad analizzare ogni singolo aspetto per formulare e realizzare un piano didattico educativo calzante, in primo luogo, ed incisivo, di conseguenza, per ottenere il massimo dal gruppo classe.

Ansia, preoccupazione, noia: un mix che non depone bene, anzi osta la possibilità di un buon feeling con il formatore; da qui la necessità di istaurare un clima cordiale ed amicale per favorire la corrispondenza tra docente/formatore e discenti. Un clima amicale ma non troppo, non eccessivamente confidenziale perché un gruppo classe adulto sente più marcatamente il confine tra cattedra e banco che una utenza scolare/adolescenziale, anche in relazione della coetanietà. Tono amicale ma fermo per dare la giusta motivazione e definire con estrema chiarezza gli obiettivi da raggiungere, perché una classe adulta più di ogni altro gruppo classe deve prendere coscienza delle mete da scalare e valutare con la dovuta cautela la reale possibilità di riuscire a raggiungere gli obiettivi programmati.  I traguardi da raggiungere non devono essere troppo difficili. Il livello di difficoltà delle lezioni e dei risultati da raggiungere deve essere realisticamente adeguato ed oggettivamente in linea con le aspettative.

Il formatore attento deve conoscere a priori i limiti di chi ha di fronte ed il rischio da evitare è un inutile e logorante stress da apprendimento. Lo stress da studio va mitigato coinvolgendo continuamente il gruppo, lasciando loro la centralità del processo di apprendimento. La motivazione può essere mantenuta alta attraverso la stimolazione, che allenta la monotonia della lezione e coinvolge più direttamente l’utenza, con domande, curiosità particolari, file multimediali appropriati per attivare l’interesse e la voglia di conoscere. Non sottostimando opportune pause che hanno la peculiarità di smorzare la tensione “da apprendimento”.

Le motivazioni dell’utenza vanno continuamente gratificate se si vuole che il livello di attenzioni non abbia cali pericolosi e destabilizzanti la soglia di attenzione. Giova osservare che il contesto classe è “particolarmente sensibile” alle gratificazioni del singolo proprio per una sorta di “omertà” intellettuale che lega tacitamente i componenti del gruppo stesso.

Le gratificazioni in un contesto di formazione in aula vanno intese sempre all’interno di un’ottica relazionale. Un intervento pertinente o una domanda intelligente va sempre gratificato. Non di meno nel caso di un intervento non pertinente si deve comunque apprezzare e premiare l’impegno, spiegando, naturalmente i motivi per cui l’intervento sia stato fuorviante o poco incisivo nel contesto della discussione. Gratificare fa bene al singolo ed al gruppo. Per il singolo, in particolare, rappresenta un premio “ad personam” e, sotto sotto, un motivo di vanto per essersi messo in gioco e di essere riuscito ad “emergere”; per il gruppo la gratificazione singola acquista un valore multiplo perché premia e valorizza il lavoro di squadra.

Altro aspetto da non sottostimare è la ripetizione di un concetto. Ripetizione da intendersi come riproposizione dello stesso tema da angolature diverse e non certamente la ripetizione utilizzando le stesse parole che non sono state precedentemente chiare. Soffermarsi più volte sugli argomenti più importanti e delicati, affrontandoli da prospettive diverse, amplia l’offerta formativa e la possibilità di acquisire da parte dell’utenza, nuovi tasselli per entrare più intimamente in contatto con i contenuti trattati.

Non ultimo per una buona gestione di un corso rivolto ad una utenza “adulta” è l’utilizzo preferenzialmente di prove di realtà, ovvero utilizzare “una situazione problematica, complessa e nuova, quanto più possibile vicina al mondo reale, da risolvere utilizzando conoscenze e abilità già acquisite e trasferendo procedure e condotte cognitive in contesti e ambiti di riferimento moderatamente diversi da quelli resi familiari dalla pratica didattica. Pur non escludendo prove che chiamino in causa una sola disciplina, privilegiare prove per la cui risoluzione si debba richiamare in forma integrata, componendoli autonomamente, più apprendimenti acquisiti. La risoluzione della situazione-problema (compito di realtà) viene a costituire il prodotto finale degli alunni su cui si basa la valutazione dell’insegnante.” (Linee Guida della Circolare del  MIUR n.3 del 13.02.2015.)
Un gruppo classe adulto va chiamato ad utilizzare competenze e saperi in situazioni definite, contestualizzate su esperienze della vita di tutti i giorni.  Si ha, allora, un “apprendimento significativo”, perché si fa esperienza diretta e si mette in pratica la conoscenza (Dale 1969).

L’apprendimento significativo consente di dare un senso alle conoscenze, favorisce l’integrazione delle nuove informazioni con quelle già possedute, trasformando le conoscenze in vere e proprie competenze e rende autonomo il soggetto nei propri percorsi conoscitivi, superando la produzione di conoscenza “statica”, basata sulla memorizzazione dei concetti.

Nei corsi per adulti vanno preferiti i compiti di realtà che trattano problematiche proprie del mondo reale, personale o professionale. Pongono problemi aperti a molteplici interpretazioni, non sono semplicemente risolvibili con l’utilizzo di algoritmi ben definiti e regolamentati da procedimenti razionali, ma richiedono un “pensiero critico” per scegliere la strategia risolutiva più opportuna, a volte anche attraverso un opportuno e ragionato problema di scelta. In tal modo bisogna saper selezionare le informazioni necessarie e di saperle discernere e distinguerle da quelle irrilevanti.

I compiti di realtà, inoltre forniscono un altro indubbio vantaggio superando il divario esistente nell’utilizzo del sapere tra contesti scolastici e contesti reali.

 

 Il percorso PON Modulo formativo per i genitori: INFORMATICA DI BASE è iniziato a fine gennaio 2018, con cadenza settimanale per non risultare eccessivamente pesante per l’utenza. La presenza è stata notevole, come positiva è stata la partecipazione.  Il computer, in dotazione esclusiva durante l’intera durata del corso, ha consentito ad ogni corsista un ruolo centrale nel processo di apprendimento sperimentando e provando, subito, sul campo, le conoscenze apprese. I risultati in itinere, certificati dalla verifica intermedia di metà corso sono stati oltre la media, confermando la validità del percorso e la sostanzialità degli interventi.

Costantino D’Angelo

Docente esperto percorso PON - INFORMATICA DI BASE per adulti – Liceo “L. Garofano” di Capua (Ce)

Ambasciatore EPALE-Campania.

 

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