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Analfabetismo funzionale, una chiave di lettura

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Dal 2014 la società di ricerche britannica Ipsos-Mori pubblica uno studio intitolato Perils of Perception. Una rilevazione statistica, su un campione di circa undicimila intervistati per paese, volta a stimare quanto le percezioni individuali su 7 argomenti base siano aderenti alla realtà fattuale della propria nazione. Sulla base dell’accuratezza delle risposte fornite in merito ad argomenti come crimine, molestie sessuali, cambiamento climatico, sesso, vaccinazioni, economia e fenomeni demografici viene elaborato un "Misperceptions Index", un indice dell’erronea percezione.

Osservando i dati restituiti nell’ultimo rapporto Perils of Perception 2018, va rilevato che l’Italia si colloca al quarto posto in Europa, dietro Belgio, Romania e Germania ed al diciannovesimo posto sui 38 paesi presi in considerazione. Per quanto poco lusinghiero, questo primato rappresenta comunque un miglioramento rispetto all’anno precedente, quando l’Italia risultava essere prima in Europa e dodicesima sull’intero campione.

In altri termini, l’indice di erronea percezione descrive la condizione di attori individuali che, pur possedendo un titolo di studio quantomeno corrispondente alla scuola dell’obbligo, non riescono a trarre dalle proprie abilità informazioni e spunti utili ad una corretta rappresentazione della realtà.  

Questo fenomeno può essere considerato come il combinato disposto di numerosi fattori. Sicuramente è legato alla qualità ed alla quantità dei dati a disposizione dell’opinione pubblica, alcuni dei quali spesso frammentati, di fonte incerta e talvolta oggetto di strumentalizzazione da parte di numerosi gruppi di interesse. D’altra parte però esso richiama alla memoria le ricerche svolte da Tullio De Mauro sull’analfabetismo, ed in particolare quelle legate all’analfabetismo funzionale, con cui lo studioso italiano indica l’incapacità di utilizzare in modo efficiente le abilità maturate durante la fase educativa nelle situazioni della vita quotidiana.

In contrapposizione all’analfabeta strutturale, incapace di leggere e scrivere a causa della scarsa o nulla istruzione, l’analfabeta funzionale è sì, in grado di leggere, scrivere e far di conto, ma è incapace di comprendere, valutare ed utilizzare a pieno i differenti testi necessari per perseguire i propri interessi, per partecipare attivamente e proficuamente alla vita sociale e per sviluppare adeguatamene le proprie conoscenze e potenzialità. Non risulta in grado, più in generale, di comprendere ed interpretare la complessità del sistema sociale nel quale si trova a vivere.

L’attenzione degli operatori che lavorano nel campo dell’educazione, in particolar modo di quelli che si occupano di educazione degli adulti, non può limitarsi, quindi, alla battaglia contro l’analfabetismo strutturale, ma deve sicuramente prevedere misure di contrasto all’analfabetismo funzionale, attraverso processi di lifelong learning.

 

Marco Piciocchi

Ambasciatore EPALE per la Campania

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