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Storie di studenti: alfabetizzazione per adulti e ritorno agli studi

Approfittiamo delle esperienze di apprendimento di alcuni studenti raccontate nel libro “Resilience: Stories of Adult Learning”, per mettere a fuoco il ruolo dell’apprendimento permanente e delle attività di alfabetizzazione per gli adulti nell’ambito della Settimana europea della formazione professionale.

Rapal

“Resilience: Stories of Adult Learning” è un libro che è stato pubblicato e curato dal network britannico per la ricerca e la prassi nel campo dell’alfabetizzazione degli adulti, il RaPAL (Research and Practice in Adult Literacies) e dal consiglio australiano per l’alfabetizzazione degli adulti l’ACAL (Australian Council for Adult Literacy), con il sostegno del Festival of Learning che si tiene ogni anno in Inghilterra.

Di seguito riportiamo un estratto di “Resilience: Stories of Adult Learning”, di Tara Furlong e Keiko Yasukawa, adattato per gli scopi e gli usi di EPALE UK.

Mark Hopkins, istruzione e formazione all’interno del progetto PRACE

Per capire l’intera storia, dobbiamo partire dall’inizio. Ho abbandonato gli studi all’età di 15 anni e mezzo, quindi so cosa provano gli studenti in questo tipo di situazioni. È dura, quando vai a scuola e ti senti lo zimbello della classe, perché non sai fare nemmeno le cose più elementari. La decisione di abbandonare la scuola non è stata mia, ma dei miei genitori, perché non vedevano l’utilità di farmi prendere la maturità, sapendo che con “inclassificabile” in tutte le materie non sarei mai stato nemmeno ammesso. Lontano dalle grandi città, dove le opportunità semplicemente non esistono, è davvero dura trovare alternative. L’istituto tecnico-professionale più vicino era a quaranta minuti d’automobile e io non avevo la patente.

Crescere in una cittadina di provincia, poi, dove ci si conosce un po’ tutti, a volte è terribile. Il momento peggiore è stato quando ho abbandonato la scuola. Quando mi incontravano per strada, mi chiedevano tutti: “Dove sei finito?” Io restavo sul vago e tendevo a isolarmi, perché mi vergognavo della mia situazione. Arrivato in città ho poi trovato lavoro tramite dei conoscenti. Era un lavoro così così, ma in mancanza d’altro si accetta qualsiasi cosa. Dopo qualche mese ho capito che questo tipo di lavoro non mi avrebbe dato il futuro che desideravo. Così ho deciso di tornare a studiare.

All’inizio non è stato facile tornare a scuola e cercare di riprendere gli studi, ma sapevo che dovevo farlo. Dovevo impegnarmi. Lavoravo con turni di notte di dodici ore. Poi al mattino andavo a scuola, ma verso le undici crollavo dal sonno e l’insegnante mi svegliava e mi mandava a casa. Allora ho capito che dovevo trovare un altro lavoro. È stato un sacrificio immenso per me. Avevo paura di perdere ciò che avevo. Alla fine ho trovato un nuovo lavoro e ho potuto iniziare le scuole serali. Ho ridotto le ore lavorative da 12 a otto. Economicamente non è stato facile, ma era la mia porta per il futuro.

Ogni notte studiavo per due o tre ore, dopo la scuola. Continuavo a leggere e scrivere e l’insegnante mi controllava tutti i compiti. Mi è capitato di perdere coraggio. Di pensare: “Non sto migliorando per niente”. Ma poi guardavo al lavoro svolto in un anno, e mi dicevo: “Sì, sto crescendo!”

Sono stato fortunato. In precedenza ho già frequentato alcuni corsi di alfabetizzazione per adulti. Alle serali all’istituto tecnico-professionale avevo una insegnante di nome Sophie. Mi ha seguito per cinque anni. Poi per motivi familiari non ha più potuto insegnare a quei corsi. Con la nuova insegnante purtroppo non sono mai riuscito a ingranare. Aveva un approccio totalmente differente e non mi trovavo bene. Abbiamo continuato a cambiare insegnanti e non ho più ritrovato la sintonia di un tempo. Per cui ho deciso di prendermi una pausa.

Non mi sono rassegnato però. Dentro di me, mi dicevo che avrei dovuto andare avanti a studiare. Ho iniziato a informarmi e a valutare alcune possibilità. Qualcuno che avevo sentito telefonicamente mi ha consigliato il PRACE. Li ho contattati e abbiamo parlato di quello che volevo fare. Dopo quella conversazione ho deciso di iscrivermi.

Bisogna chiedersi cosa si vuole fare della propria vita. Io semplicemente ho deciso che non volevo guidare un muletto o spostare carichi per tutto il resto della vita. Anche perché sto invecchiando e un giorno il mio corpo non ne potrà più. Non so se riuscirò a trasformare in realtà i miei sogni, ma almeno potrò dire di averci provato!

È per questo che ho ripreso a studiare, perché voglio migliorarmi. So quanto è dura, e come ci si sente frustrati, a volte. Quando si iscrivono nuovi studenti è incredibile il loro entusiasmo, la loro voglia di emergere. Occorre un’enorme motivazione per rimettersi a studiare. E per poterti giocare le tue carte in futuro, non devi mai dimenticarti di crescere e di migliorare continuamente. Solo così potrai migliorare la tua posizione o percorre nuove strade.

Nel 2009 ho trovato la forza di tornare all’istituto tecnico-professionale e ho completato un corso di gestione della catena di fornitura. In classe sapevo rispondere correttamente a tutte le domande. Nelle interrogazioni infatti riuscivo a prendere il massimo dei voti, mentre con gli scritti ho sempre fatto fatica. Ma ce l’ho fatta comunque e sono stato promosso. Dieci anni fa non avrei mai nemmeno pensato di provarci. Non avevo la minima fiducia in me stesso.

Anche migliorare il mio inglese mi è stato utile per il lavoro in diversi modi. Mi ha dato sicurezza in me stesso. Già da tre anni ricopro l’incarico di responsabile Salute e Sicurezza. A volte devo leggere ad alta voce. In passato erano cose che mi terrorizzavano. Ora ho acquisito più sicurezza nei miei mezzi. Quando ho abbandonato la scuola, faticavo a mettere insieme due parole. Ero analfabeta. È difficile per chiunque, da giovane, affrontare una strada tutta in salita, senza sapere nulla di come va il mondo. La mia fortuna è stata di avere due genitori che alla fine mi hanno sempre supportato nelle mie scelte. Tanti ragazzi questo supporto non ce l’hanno. Da questo punto di vista mi sento fortunato.

A chi è in dubbio, direi una cosa sola: tentare non nuoce. Ritornare a studiare non è facile. Gli scogli da superare sono tanti. Ma porsi un obiettivo e impegnarsi un’ora o due ogni sera per raggiungerlo, penso sia prezioso per chiunque. Ci vuole tempo, è chiaro, ma poi si raccolgono i frutti. Non un pezzo di carta, non una promozione, ma il gusto di vedere su se stessi i risultati della propria crescita.

Sarebbe bello schioccare le dita e far sparire di colpo tutti i problemi. Ricordo quando andavo a scuola e quanta fatica facevo, ma quando la vita ti sbatte giù, devi rialzarti, tornare sul ring e continuare a lottare. Ci sono momenti in cui ti sembra che tutto vada storto. Ti senti chiuso all’angolo e vorresti scomparire. Non è facile, ma devi crederci, provarci fino in fondo, e cercare la luce alla fine del tunnel. Sempre. È fantastico avere il supporto di PRACE e di un’insegnante come Tina.

Ho imparato a crederci. A non restare nel mio angolo. 

La versione integrale è disponibile a questo link, dove è possibile scaricare “Resilience: Stories of Adult Learning”.

Resilience_stories_of_adult_learning

Il RaPAL è l’unica organizzazione in tutto il Regno Unito che si occupa del ruolo dell’alfabetizzazione nella vita degli adulti. Promuoviamo attività efficaci e innovative per l’insegnamento, l’apprendimento e la ricerca rivolti ai discenti adulti, e sosteniamo i professionisti e i ricercatori che lavorano nell’ambito dell’alfabetizzazione per gli adulti. Partecipiamo con entusiasmo a numerosi dibattiti incentrati sulla lingua inglese e sull’alfabetizzazione, sulle capacità aritmetiche e digitali, coinvolgendo famiglie, comunità e aziende. Siamo attivi in Europa e abbiamo referenti in tutto il mondo. Operiamo tramite i nostri soci, le nostre pubblicazioni digitali, le nostre conferenze e i nostri forum, nonché tramite la formulazione di politiche e attività di sostegno. Descriviamo in maniera trasparente la nostra offerta e le modalità per partecipare alle nostre attività.

 

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