L’inclusione attraverso il rap: Amir Issaa tra i relatori del seminario Epale Non Dis-perdersi

"Mille cose da dire, mille cose da fare
mille cose che stringo e che non posso lasciare.
Queste storie mi cercano e non posso scappare
e solo strada facendo le potrò raccontare."
(Amir Issa - Cose da dire)
Nato e cresciuto a Roma nel quartiere di Torpignattara, figlio di un’italiana e di un immigrato egiziano, Amir Issaa coltiva la passione per il rap fin da bambino, la musica lo aiuta ad affrontare le difficoltà sociali e familiari, tra cui la detenzione del padre.
Quella che inizia come una passione diventa una vera e propria professione, l’aver vissuto un’infanzia difficile lo aiuta a comprendere i giovani che vivono in contesti a rischio di esclusione sociale e abbandono scolastico e ad avere una predisposizione ed un impegno nell'aiutare ad “uscire dalla strada” i soggetti più vulnerabili.
Oltre all’incessante attività musicale infatti collabora con diverse associazioni ed organizzazioni tra cui: Save the Children, la Comunità di Sant’Egidio con la quale nel 2010 realizza un laboratorio musicale nel penitenziario minorile di Casal del Marmo, e Unar - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si avvale della sua partecipazione come testimonial nella settimana d’azione contro il razzismo.
Potere alle parole
“Per i ragazzi ormai è chiaro che l’aspetto che più mi affascina del rap è la scrittura. Il lavoro sulla scrittura per raccontare la realtà, la propria storia e quelle altrui utilizzando le rime, costruendo uno stile. Da anni vado nelle scuole a combattere stereotipi e pregiudizi usando il potere delle parole: identità, seconde generazioni, diritti, George Floyd, periferie, America, femminismo. Ecco come comincia la parte pratica dell’educazione rap, in cui gli studenti diventeranno protagonisti scrivendo i loro versi. Mani che si alzano: “Ci sono delle regole per scrivere il rap?” “Sono le regole della poesia?” “Ma senza musica come si fa?” Anche i più sfacciati, messi davanti al foglio, prendono tempo” - Amir Issaa.
Così nasce Potere alle parole, un laboratorio educativo musicale dedicato agli studenti delle scuole superiori ideato da Amir Issaa in collaborazione con l’Associazione Il Razzismo è una brutta storia e UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e svolto insieme ad altri colleghi rapper. Lo scopo è quello di scardinare grazie alla musica gli stereotipi e i pregiudizi alla base delle discriminazioni per origine etnica, orientamento sessuale, identità di genere, convinzioni personali, disabilità.
Il percorso si articola in diversi incontri laboratoriali in cui i rapper vestono i panni del docente di rap, insegnando ai ragazzi le nozioni tecniche sulla costruzione delle rime e sull’uso delle parole, che possono essere usate come armi per ferire e discriminare, ma, ed è questo il loro potere, anche come strumenti di riscatto per combattere le discriminazioni, per ragionare imparando le tecniche per trasformare le emozioni e il vissuto in canzoni.
Educazione rap
Dopo “Potere alle parole” Amir continua a fare didattica con il rap e nel 2017 pubblica “Vivo per questo”, un romanzo autobiografico che viene accolto positivamente dalla critica italiana ed utilizzato in molte scuole come strumento didattico per la narrativa. Recensito dalla rivista Internazionale come uno dei migliori libri per ragazzi usciti in quell’anno, il libro arriva fin nelle scuole americane e dà il via a numerosi tour nelle Università e nei college degli Stati Uniti dove il rap è radicato nella comunità di appartenenza.
Nel 2021 esce il nuovo libro “Educazione rap” (Add Editore), che è il racconto delle esperienze peculiari vissute da Amir nelle scuole italiane, nei quartieri, nelle carceri, negli ambiti accademici fino ad arrivare ai tour internazionali. “Educazione rap” è di nuovo anche uno strumento didattico per un percorso che mette al centro gli studenti e la parola, le emozioni, la lingua e la vita.
“Il libro da un lato aiuta il docente a capire il mondo di oggi, dall’altro parla ai ragazzi di cosa succede ogni giorno attraverso il rap. È rivolto sia al genitore che ha un figlio che ascolta questa musica quanto al docente di scuola che vede i ragazzini con le cuffiette tutto il santo giorno. Leggendo questo lavoro possono capire qualcosa in più di questi ragazzi, di come funziona il loro mondo e il rap. Non è un libro per esperti del rap, è per chi ne è estraneo” - spiega Amir Issaa in un’intervista a Rolling Stone Italia.
Il lavoro nelle carceri e negli Istituti penali minorili
Amir Issaa è da sempre impegnato in incontri con gli studenti degli Istituti penali minorili e delle carceri di tutta Italia dove svolge i laboratori di musica rap. Ed è proprio in una di queste occasioni che Epale Italia lo conosce: durante la presentazione dell’album "Vorrei potrei andrei" realizzato dai rapper dell'Istituto Penale Minorile "Meucci" e dell'istituto "Gozzini" all'interno del laboratorio Sbarre Mic Check, progetto della Cooperativa Sociale CAT, che utilizza il rap come strumento espressivo ed educativo nei servizi degli operatori di strada, nei centri giovani e nei contesti come il carcere dove è fondamentale dare voce a chi chiede di essere ascoltato.
La possibilità di parlare di sé attraverso un microfono, una cassa e una base, è un’occasione per far sentire agli altri la propria voce in un luogo in cui la libertà viene sottratta e il tempo si declina in forme diverse: lento, dilatato, ciclico. Un tempo che va riempito di significato affinché anche le attività educative non diventino dei semplici riempitivi, come ricorda spesso Mauro Palma, Garante nazionale delle persone private della libertà personale.
Con “Educazione rap” Amir Issaa è stato coinvolto nel progetto “Adotta uno scrittore” all’interno del Salone Internazionale del Libro di Torino, “l’adozione” prevedeva tre appuntamenti (due online e uno in presenza) tra il rapper e gli studenti dell'Istituto Penale Minorile di Treviso, che hanno letto i suoi libri, ascoltato la sua discografia, facendogli a loro volta sentire le loro canzoni e i loro testi.
Anche il progetto “Ti Leggo. Le frontiere della lettura negli Istituti penitenziari minorili” promosso dalla Fondazione Treccani Cultura si rivolge ai minori detenuti per offrire loro un iter formativo in grado di aiutarne il cammino del reinserimento sociale nel rispetto della finalità rieducativa che l’art. 27 della Costituzione attribuisce alla pena ed è nell’ambito di questo progetto che Amir ha incontrato i ragazzi dell’Istituto penale minorile di Airola (Benevento), che si sono cimentati nella scrittura di testi rap, cercando un equilibrio, prendendosi cura di sé grazie al potere maieutico della musica.
Seminario nazionale Epale “Non dis-perdersi. Azioni di rete per contrastare la povertà educativa”
Per parlare di tutto ciò, per incontrare e confrontarsi con gli educatori e i docenti di tutta Italia che ogni giorno lavorano per contrastare l’emarginazione sociale ed educativa dei giovani adulti, soprattutto nelle aree in cui si concentrano disuguaglianze economiche e sociali, Amir Issaa sarà presente al seminario nazionale Epale “Non dis-perdersi. Azioni di rete per contrastare la povertà educativa” che si terrà a Roma il 9 e 10 novembre.

Foto tratte da Amir Issaa Official Website
Per approfondire in EPALE
Progetto Mic Check:
Progetto “Adotta uno scrittore”