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L'arte contro l'isolamento dell'alzheimer

L'arte può creare molti modi per entrare in relazione. La nuova scommessa è di usare l'arte come linguaggio nei casi di malattie che colpiscono le relazioni sociali, le capacità di verbalizzazione, come l'alzheimer e la demenza. Colore e forma sono strumenti per creare nuove modalità di associazione istintiva che riportano verso la parola. 

Il Museo Marino Marini di Firenze da molti anni propone, tra altre attività rivolte all'accessibilità, il progetto "L'arte tra le mani" per le persone con alzheimer e per chi si prende cura di loro. L'obiettivo è di creare le condizioni per convivere serenamente con la malattia, laddove la possibilità di guarigione non è possibile. Il museo è quindi aperto ad attività che intepretano le opere d'arte come piattaforma di sperimentazione, contatto sensoriale, emozione, rivitalizzando l'attenzione e la possibilità di comunicazione anche in caso di facoltà cognitive molto compromesse. La parola, lo sguardo, l'immaginazione sono gli strumenti per attivare questa nuova comunicazone

"È un progetto che esprime un'esperienza generale, utile e anche piacevole" dice Vasco, un anziano le cui facoltà di verbalizzazione erano gravemente compromesse.

 

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"L'arte tra le mani" è realizzato grazie all'attività di operatori con professionalità diverse sia dell'ambito della didattica museale che dell'assistenza geriatrica: educatori culturali, pedagogisti, educatori socio pedagogici, esperti di linguaggi espressività artistica, assistenti sociosanitari, ecc. Grazie al coinvolgimento della regione Toscana il progetto ha elaborato un percorso di formazione per operatori, rendendo così possibile l'implementazione di percorsi analoghi in altri istituti e creando la rete "Musei toscani per l'Alzheimer".

Gli ottimi risultati conseguiti sono stati utili a intraprendere un'esperienza su scala europea, dando vita dal 2015 al progetto Erasmus+ "MA&A - Museum Art & Alzheimer's" rivolto proprio alla formazione degli educatori museali e educatori geriatrici che vogliono creare o implementare programmi museali per le persone con demenza. Confrontando esperienze europee ed extra-europee, i 6 partner si sono posti l'obiettivo di facilitare l'accesso all'arte e ai musei da parte di persone con demenza, dei loro familiari e dei loro assistenti professionali. Sono coinvolti, oltre al Museo Marini, il museo di arte contemporanea Butler Gallery (Kilkenny, Irlanda), l'ONG lituana "Socialiniai meno progektaj", il Lehmbruck Museum (Duisburg, Germania), Euridea s.r.l (Italia) e l'ONG lituana VšĮ Žmogiškųjų išteklių stebėsenos ir plėtros biuras (ŽISPB).

L’obiettivo generale del progetto è connettere il mondo dei musei e quello del settore sociale e della salute: attraverso questa prospettiva integrata le attività nei musei possono svolgere pienamente il loro ruolo di spazi di sperimentazione, incontro e confronto aperti a tutta la società, per creare un mondo più accogliente anche per le persone con demenza.

Dopo oltre due anni di collaborazione internazionale, e dopo aver raccolto le risposte ad alcune domande chiave su Arte, demenza e ruolo dei musei che sono servite per esplorare il contesto nei diversi paesi partner, il progetto ha realizzato un corso di formazione e il toolkit "Comunicare attraverso l'arte", liberamente disponibili in rete (in inglese, tedesco e lituano).

 

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di Alessandra Ceccherelli

Comunicazione EPALE Italia

 

Per approfondire:

Progetti di accessibilità del Museo Marino Marini di Firenze

Sito del progetto "MA&A - Museum Art & Alzheimer's": http://www.maaproject.eu/

Video sintesi del convegno internazionale del progetto MA&A (maggio 2017)

 

 

 

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Commento

L'arte salva. Sempre. A maggior ragione per chi ha un "problema". 
E' da sempre che lo sostengo nel mio campo, la letteratura. 
Il problema, semmai, è sempre il tornaconto economico. Possono l'arte e la letteratura produrre denaro? Se si, sono possibili; se no, non sono utili. 
Ad maiora, allora, per questa iniziativa. 
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