Il ruolo dei musei nei processi di apprendimento e inclusione sociale per nuovi cittadini


Nei musei, grazie alla collaborazione con centri di ricerca, università, istituzioni del Terzo Settore, è in corso una riflessione su come le istituzioni culturali e specificatamente museali possono contribuire ai programmi di apprendimento degli adulti migranti e all’inclusione sociale, due finalità intrecciate che spesso finiscono per coincidere. Il patrimonio culturale e i musei sono chiamati infatti a giocare un ruolo chiave nei processi di promozione sociale, educazione, transcultura e partecipazione attiva. Molte istituzioni museali e imprese del Terzo settore in Italia e in Europa (primi fra tutti il progetto Multaka di Berlino, i programmi di apprendimento linguistico sviluppati dal British Museum di Londra e molti altri) stanno in questi anni sperimentando pratiche capaci di valorizzare la funzione dei musei come luoghi di apprendimento non formale e di scambio socio-culturale, perché capaci di offrire percorsi flessibili e individuali, progettati per rispondere a bisogni diversificati. Usando la propria aura simbolica i musei si rivelano così potenti dispositivi per sviluppare senso di appartenenza e cittadinanza attiva, sia nei confronti dei nuovi cittadini che dei cittadini italiani e/o europei.
In questo contesto dal 2016 a Firenze Stazione Utopia, cooperativa – impresa sociale per la cultura, lo spettacolo e il sociale, sviluppa programmi museali di inclusione e promozione sociale destinati a pubblici a rischio di esclusione culturale e educativa fra cui migranti, detenuti, persone in situazione di disagio economico/sociale, persone con deficit cognitivo e/o disabilità. Nel 2018 ha ottenuto un finanziamento nell’ambito del programma Erasmus+ Settore Educazione degli Adulti Attività KA1 per il progetto EMME - Education, museums and migrants’ experiences, finalizzato alla formazione e aggiornamento di educatori destinati ad sviluppare e promuovere il contributo di immigrati, nuovi cittadini e comunità straniere alla mediazione museale.
Grazie al progetto EMME Stazione Utopia sta attualmente sviluppando così su due ambiti di azione in particolare:
1. Il programma AMIR accoglienza musei inclusione relazione, che offre visite e attività museali condotte da mediatori stranieri. Il progetto oltre ad arricchire nella lettura transculturale del patrimonio artistico si sta dimostrando un potente dispositivo di apprendimento sul campo per un gruppo di migranti che in pochi mesi hanno sviluppato sensibilmente le loro competenze linguistiche, le competenze relazionali, la capacità di comprensione della società in cui vivono, e non ultimo i contenuti storico-artistici e il pensiero critico. Il progetto ha vinto il primo premio internazionale MUSACCES come migliore iniziativa museale di inclusione sociale e allargamento dei nuovi pubblici ed è rientrato fra le attività dell’Anno europeo del Patrimonio culturale 2018.

2. un programma per l’apprendimento linguistico in ambito museale, attraverso metodi basati sul visual thinking, (osservazione e descrizione delle opere d’arte) e tecniche object - and inquiry-based sulla base del modello sviluppato dal British Museum per i programmi ESOL (English for speaking of other languages). I percorsi che mescolano attività in aula con osservazione e descrizione di oggetti/opere conservati nel museo favoriscono la crescita delle competenze linguistiche sia per adulti stranieri che vivono in Italia e sia per gli studenti che stanno apprendendo una seconda lingua comunitaria.

La questione di fondo, ineludibile, per tutti i musei da quelli scientifici a quelli antropologici resta quella di come relazionarsi alla “diversità culturale” sia rispetto alla provenienza e formazione delle proprie collezioni sia rispetto alla provenienza dei propri visitatori effettivi o potenziali (dai nuovi turisti cinesi per esempio ai migranti e nuovi cittadini che scelgono di vivere nel nostro paese) a partire da un atteggiamento generale che nei musei deve passare attraverso gli aspetti curatoriali, comunicativi, educativi, e più in generale come i musei riusciranno nei prossimi anni a sviluppare la propria capacità di influenzare e ispirare la società, contribuendo così a innescare processi virtuosi e di lungo termine.
Chiara Damiani
Contatti: | AMIR - www.amirproject.com Facebook: @amirmuseums Instagram:@amirmuseums |
EMME - Education, museums and migrants' experience | Erasmus+ Dissemination Platform
Chiara Damiani lavora nell’ambito culturale come responsabile progetti per conto di istituzioni pubbliche e private fra cui comuni, teatri, musei, fondazioni, festival. Dal 2015 si occupa di servizi di educazione museale, ha sviluppato didattica per le scuole, seminari per insegnanti e educatori, percorsi di orientamento ai mestieri d’arte, laboratori di apprendimento linguistico. Specifica attenzione è rivolta ai programmi di mediazione destinati a persone a rischio di esclusione culturale e educativa fra cui migranti e detenuti. È Ambasciatrice Epale per la Toscana.