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Il Collectif DOC di Parigi, un “terzo luogo” realmente autogestito.

Dare vita alla democrazia orizzontale e diretta è possibile con impegno, determinazione, coinvolgimento e condivisione: l'esempio del collettivo parigino DOC!

I terzi luoghi non sono tutti sono uguali. Queste strutture o, meglio, luoghi di socializzazione, lavoro comune e condivisione, hanno invaso il vocabolario dell'educazione degli adulti e dell'economia sociale e solidale in Francia e in Europa. Il concetto non è nuovo, anche se è nell'ultimo decennio che si è scritto e studiato molto in merito. Ray Oldenburg, professore di sociologia urbana, ha pubblicato “The great good place” nel 1989. Nell’opera, fa riferimento agli ambienti sociali che vengono dopo la casa e il lavoro. Li identifica come componenti complementari della vita sociale della comunità nonché come spazi in cui le persone possono incontrarsi, riunirsi e interagire in modo informale. Inoltre, i partecipanti al DOC non amano usare il termine “terzo luogo”.

Senza entrare nel merito della storia dei terzi luoghi, vorrei citare Antoine Burret (che ha scritto diversi articoli e tenuto una masterclass su EPALE ). Nel 2017, ha definito il terzo luogo come “una configurazione sociale in cui l'incontro tra entità individuali coinvolge intenzionalmente la concezione di rappresentazioni comuni”.  

https://movilab.org/wiki/Etude_de_la_configuration_en_Tiers-Lieu_-_La_repolitisation_par_le_service

Infine, BE-TIERS-LIEUX, un'organizzazione belga, sottolinea che i terzi luoghi sono “soggettivi e che un terzo luogo riconosciuto come tale da una comunità può essere percepito come banale o inutile da persone esterne”. https://be-tiers-lieux.fr/

È in questo contesto che ho incontrato Célia CANSIER e Cécile GRANDMAIRE, dipendenti che gestiscono un luogo interessante in cui residenti e utenti si autogestiscono quotidianamente, rifiutando, dunque, un'organizzazione piramidale. Il collettivo DOC sta cercando di promuovere ogni giorno l’effettiva corresponsabilità di ognuno dei suoi partecipanti. 

Il DOC si trova nel 19° arrondissement di Parigi.

David LOPEZ: Célia, Cécile, cos’è il DOC? 

CELIA, CECILE: Il DOC è il risultato di una lunga e ricca storia i cui protagonisti, negli ultimi 9 anni, sono stati molto numerosi. Nel 2015, un gruppo di artisti si è insediato illegalmente nei locali vuoti di un ex liceo in rue du Docteur Potain, nel 19° arrondissement di Parigi. 

L'edificio apparteneva alla regione, vi fu un processo e la neonata associazione DOC perse. Di fronte al verdetto, l'associazione avrebbe normalmente dovuto lasciare i locali, ma intervennero un gran numero di sostenitori istituzionali che hanno permesso al DOC di evitare lo sfratto. 

Il collettivo è, quindi, rimasto e ha continuato a svilupparsi con due obiettivi principali: 

- consentire ad artisti emergenti di lavorare in un atelier parigino in cambio di un piccolo contributo finanziario 

- dare accesso alla cultura al maggior numero di persone possibile, organizzando eventi e mostre con contributo libero o a prezzo ridotto. 

Il DOC oggi è: 

- un'area di oltre 3.000 m2 con giardino e cortile interno, che comprende atelier artistici, individuali e condivisi, spazi di diffusione (una sala concerti/proiezioni con una capacità di 100 persone, una sala espositiva di 150 m2 , una sala polivalente di 70 m2) e spazi di vita comuni: una cucina condivisa e una terrazza adiacente.

- un centinaio di artisti in residenza permanente che creano quotidianamente. Le loro pratiche spaziano dalle arti visive alla post-produzione audiovisiva, passando dalla creazione di gioielli alla falegnameria, dalle arti dello spettacolo alla creazione musicale. In tutto, ci sono 29 laboratori occupati da artisti residenti, sia individualmente che in condivisione. Oltre ai residenti permanenti, ci sono anche residenti temporanei che contribuiscono alla vivacità culturale del luogo. 

- 9 atelier tecnici condivisi: un laboratorio del legno (falegnameria/ebanisteria), un laboratorio di cucito, un laboratorio di serigrafia e micro-editoria, un laboratorio dei metalli (lavorazione artistica del ferro), un laboratorio di fotografia, un laboratorio di ceramica, un laboratorio di oreficeria/gioielleria, un laboratorio di post-produzione e una macchina da stampa offset. Ogni atelier è dotato di costosi macchinari che sarebbe molto difficile acquistare individualmente. Condividere i costi e lo spazio significa che molte persone possono beneficiarne. In questi laboratori sono presenti i residenti permanenti, mentre tutti gli altri residenti del DOC vi hanno libero accesso. Sono, dunque, aperti anche agli esterni, in cambio di un piccolo contributo.

 - un ricco e vario programma culturale settimanale (proiezioni, mostre, fiere del libro, concerti, spettacoli teatrali, ecc.), aperto al maggior numero di persone possibile e sempre a contributo libero. Tutta la programmazione si svolge su base volontaria ed esiste solo grazie al coinvolgimento attivo dei membri del DOC. Ogni anno sono organizzati un centinaio di eventi cui affluiscono oltre 15.000 visitatori. 

Il DOC funziona grazie al coinvolgimento dei suoi membri, ma anche grazie al suo team di dipendenti. Ad oggi, il team è composto da due persone incaricate dell'amministrazione della sede, una persona che si occupa della gestione generale e della mediazione culturale con i team locali del quartiere, e da una volontaria del servizio civile i cui compiti principali ruotavano intorno alla comunicazione del collettivo. Dal punto di vista economico, il collettivo va avanti grazie alla partecipazione finanziaria degli artisti residenti, alle sovvenzioni ricevute in qualità di associazione e alle entrate legate agli eventi in programma.

David LOPEZ: Avete accennato alla volontà di instaurare una modalità di funzionamento orizzontale e far sì che questa esperienza diventi un asse di sperimentazione e ricerca per i membri del collettivo. Ce ne potete parlare meglio?

CELIA, CECILE: Il DOC è oggi un attore culturale di primo piano nel nord-est parigino, ma è anche e soprattutto un progetto collettivo autogestito. Questa autogestione, autorizzata e imposta dalla natura specifica del luogo, ha permesso al DOC di sviluppare una modalità organizzativa alternativa alle tradizionali modalità verticali. 

Per diversi anni, l'associazione ha avuto un Consiglio di amministrazione a rotazione, composto da cinque co-presidenti eletti per un anno. L'idea era quella di condividere il potere e le responsabilità tra molti membri dell'associazione così da permetterne una modalità di esercizio in differita. 

Tuttavia, nell'ultimo anno il DOC si è orientato verso un'organizzazione ancora più orizzontale, eliminando il Consiglio di amministrazione. Questa forma di organizzazione è simile a quella che viene definita come “collegialità integrata”, ovvero: tutti i membri attivi dell'associazione hanno normalmente gli stessi poteri e responsabilità.

In pratica, le decisioni vengono prese durante l'Assemblea Generale - ce n'è una ogni mese - e vengono attuate in seno ai vari comitati di pilotaggio. Ci sono 6 comitati di pilotaggio, ognuno dei quali si occupa di questioni specifiche: l’edificio, la gestione/amministrazione, gli eventi, la mediazione, le collaborazioni e la comunicazione. 

Ogni comitato applica le decisioni corrispondenti al proprio campo d'azione. Sono composti dai residenti dell'associazione e tutti i residenti devono far parte di un comitato. 

Questa struttura organizzativa non si riflette ancora nello statuto dell'associazione, che cita ancora i 5 co-presidenti del Consiglio di amministrazione, ma è iniziato un lungo processo di riscrittura dello statuto che dovrebbe concludersi nel settembre 2024, così da formulare ufficialmente la piena collegialità dell'associazione. 

Il processo decisionale orizzontale è una scelta polita che sta molto a cuore all'associazione, ma è anche fonte di difficoltà: lungaggini e/o blocchi nel processo decisionale stesso, conflitti, squilibri tra i vari membri dell'associazione per vari motivi (differenze di disponibilità, differenze di temperamento, ecc.). Insomma, l'autogestione e l'orizzontalità sono metodi organizzativi in continua evoluzione e che richiedono molta pazienza, ma crediamo che il gioco valga la candela! 

Il DOC esiste grazie al coinvolgimento dei suoi membri, che sono anche artisti in residenza. 

David LOPEZ: In estate animerete un evento culturale in stretto legame con il quartiere. Ce ne potete parlare? 

Célia, Cécile: Purtroppo quest'anno non abbiamo potuto realizzare questo progetto perché non abbiamo ottenuto la necessaria sovvenzione dalla DRAC (Direction Régionale aux Affaires Culturelles - ndt.: Direzione Regionale degli Affari Culturali), nonostante il sostegno finanziario e generale del Comune del 19° arrondissement di Parigi.

Tuttavia, si tratta di un progetto già realizzato quattro volte e che chiamiamo “Hot DOC”.  L’HOT DOC è un programma estivo di eventi culturali presso il DOC, nell'ambito dell'Eté culturel (ndt.: Estate Culturale). Il bando Eté culturel del Ministero della Cultura francese trasforma la stagione estiva in un periodo di incontro tra artisti, pubblico e territori, con una programmazione distribuita tra la Francia continentale e i territori francesi d'oltremare. 

Lanciata nel 2020, questa iniziativa nazionale mira a sostenere eventi artistici e culturali in tutte le discipline (concerti, spettacoli, laboratori, progetti partecipativi, ecc.) che si svolgono tra luglio e agosto. L'Eté culturel mira a incoraggiare la partecipazione alla vita culturale, con eventi gratuiti aperti a tutti. In particolare, si rivolge alle persone che non  possono partire in vacanza, al giovane pubblico e a tutti coloro che, in generale, hanno di solito difficoltà di accesso a tali attività culturali. Particolare attenzione è rivolta alle aree prioritarie, come i quartieri sensibili della città e le zone rurali. Inoltre, facilita l'integrazione professionale dei giovani diplomati provenienti da istituti di istruzione superiore nel settore della cultura (ESC - Enseignement Supérieur Culture) e migliora le competenze degli artisti più esperti nel campo dell'azione culturale e artistica.

Ogni anno, il programma HOT DOC offre al pubblico dell’Eté culturel al DOC una programmazione molto variegata di pratiche artistiche, nonché la possibilità di accostarsi alle professioni del settore, in maniera gratuita e aperta al maggior numero di persone possibile. Si rivolge principalmente ai residenti del 19° arrondissement e dei quartieri limitrofi, a quella fetta di pubblico che di solito ha difficoltà di accedere a questo tipo di eventi, ai QPV dei dintorni (Quartier Prioritaire de la politique de la Ville), ai bambini, alle famiglie e ai giovani. Oltre a riflettere la diversità dei campi artistici dell'associazione, il progetto multidisciplinare HOT DOC nasce da una forte richiesta del pubblico che non ha la possibilità di andare in vacanza, in un periodo dell’anno in cui l'offerta culturale di Parigi e meno intensa. Gli artisti del DOC danno priorità all'organizzazione di workshop nel mese di agosto.

Ad esempio, dal 28 giugno al 13 settembre 2023, l’HOT DOC #3 ha permesso a quasi 500 partecipanti di scoprire la natura multidisciplinare dei mestieri legati all’arte nonché i campi artistici propri dell'associazione DOC. HOT DOC #3 ha animato 21 workshop artistici pratici (creazione di gioielli, ceramica, disegno, teatro, serigrafia, creazione cinematografica, ecc.) e 2 mostre con alcuni incontri dedicati alla mediazione.  41 artisti, tra cui 4 già diplomati, sono stati coinvolti in questa nuova edizione, lavorando a stretto contatto con i partner del DOC e con la sua rete locale (organizzazioni culturali e di volontariato, il Comune, centri sociali, ecc.) 

Il programma culturale estivo del Ministero della Cultura consente al collettivo DOC di concentrarsi maggiormente sulle missioni dell'associazione in termini di apertura al quartiere, educazione artistica e culturale e coesione sociale, con un programma di alta qualità e su misura, progettato in collaborazione con artisti professionisti e giovani artisti. La natura multidisciplinare delle pratiche artistiche è un forte tratto distintivo del DOC che è stato messo in evidenza durante tutto l'HOT DOC#3. In questo modo, abbiamo potuto soddisfare le esigenze del pubblico cui miravamo: accessibilità a una programmazione artistica di alta qualità, varietà dell'offerta, adattabilità dell'offerta a pubblici diversi, attività fuori sede, partecipazione gratuita, apertura a nuove pratiche, convivialità...

Il programma culturale estivo offre agli artisti emergenti del DOC l'opportunità di rafforzare le loro capacità in termini di azione culturale e di trascorrere un periodo di tempo privilegiato con i residenti e il pubblico locale. La volontà di animare i workshop è alimentata dal potenziale remunerativo del programma, in un periodo estivo meno favorevole alle opportunità professionali. L’HOT DOC #3 ha avuto luogo nel 19° arrondissement di Parigi, presso il DOC, nello spazio pubblico del quartiere Place des Fêtes (sulla piazza e in rue Jean Quarré/rue des enfants) e nei locali di due organizzazioni partner del QPV: l’Eternel solidaire (nel QPV “Solidarité”) e il centro di accoglienza di emergenza dell'Armée du Salut (nel QPV “Algérie”, rue de la Mouzaïa). 

Con una minore offerta di eventi culturali e artistici a Parigi in agosto, il DOC è stato particolarmente attivo in questo periodo. Il team amministrativo e artistico dell’HOT DOC #3 si è concentrato sui seguenti obiettivi specifici:

- svolgere un efficace lavoro di ricerca presso i partner della rete locale (enti culturali e associazioni locali, centri sociali, centri ricreativi, strutture pubbliche del quartiere...), così da rinforzare il dialogo con un pubblico diversificato per identificarne i bisogni e le attese. 

- sviluppare strumenti di comunicazione e divulgazione adatti ai destinatari. 

- consentire ai beneficiari e alle organizzazioni di supporto di partecipare alla creazione di attività culturali e di appropriarsi maggiormente del contenuto dei progetti. 

- incoraggiare il pubblico a partecipare a progetti artistici e culturali, offrendo un contesto accessibile e inclusivo che soddisfi le aspettative di ogni utente (fascia d'età, presso il DOC o all’esterno, numero di partecipanti per progetto, materiali, ecc.).

- facilitare l'incontro tra artisti e pubblico, attraverso la pratica artistica e la mediazione, la trasmissione di know-how, la condivisione di conoscenze e la convivialità. Tutto ciò permette di amplificare i momenti di scambio e condivisione e di rafforzare i legami sociali sul territorio.  

- riconoscere la professionalità degli artisti intervenuti e lo sviluppo delle loro competenze in termini di azione e mediazione culturale.

- incoraggiare la professionalizzazione dei giovani artisti, in particolare dei residenti del DOC già diplomati presso le scuole d'arte e delle professioni artigiane. 

- rafforzare la sezione “Azione culturale” del DOC e proseguire nella sua missione di fornire accesso alla cultura e alle pratiche artistiche.

David LOPEZ: Qualche informazione aggiuntiva?

Célia, Cécile: Il DOC fa parte di Soleil Nord-Est, una rete informale per il sostegno reciproco e la condivisione di buone pratiche tra diversi luoghi del nord-est parigino che riunisce realtà simili a quelle del DOC. 

Siamo a metà strada tra un terzo luogo e un luogo originale autonomo, nel senso che pratichiamo una governance autonoma, collettiva e corresponsabile. 

Siamo volontari in tutti gli eventi che organizziamo e tutti i nostri eventi sono a contributo libero, così da renderli il più possibile accessibili.

David LOPEZ, esperto EPALE Francia.

[Traduzione : NSS EPALE France]

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