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Gli apprendimenti cambiano la vita, ripensiamo il modo in cui favorirli. Benvenuti nella Pedagogia del Bello

Il Manifesto della Pedagogia del Bello, per educatori che desiderano mettere l'estetica e i valori condivisi al servizio della formazione continua

Siamo ancora inebriati dall’ultimo residenziale a Spoleto.

La Pedagogia del Bello.

Il residenziale ha offerto uno spazio dinamico per la condivisione di prassi virtuose, esperienze e strumenti pedagogici tra quindici 'beauty hunters' provenienti da ogni regione d'Italia che si sono incontrati e confrontati per due giorni, esplorando il potenziale trasformativo dell'estetica nell'ambito dell'educazione e della formazione.

La pedagogia del bello si fonda sull'idea che l'estetica e i valori condivisi possano rappresentare veicoli potenti per stimolare l'apprendimento, promuovere l'inclusione sociale e sviluppare una cittadinanza attiva e consapevole. L'obiettivo è spostare l'attenzione dalla mera trasmissione di conoscenze alla costruzione di relazioni significative ed empatiche. Dalla quantità  di nozioni alla qualità  della relazione educativa, prediligendo canali che possano attivare emotivamente il discente e rendere l'apprendimento un'esperienza da voler ripetere. E poi prestare attenzione al singolo, farlo sentire ascoltato, e quindi visto. Saper accendere e indirizzare i temi del desiderio e della passione attraverso domande stimolo. La forza nascosta che stimola l'apprendimento è la gioia di esplorare, ed è attraverso quest'ultima che riusciamo ad attivare il pensiero critico e il ragionamento. 

Questi sono alcuni dei temi alla base del Manifesto della Pedagogia del Bello, un documento unico nel suo genere fortemente voluto dalla community di 'Beauty Hunters' che ha preso parte all'ultimo Residenziale di Ciape.

Il Manifesto è nato dall'intreccio delle esperienze e le condivisioni dei partecipanti ed integra al suo interno studi multidisciplinari nei campi dell'educazione, della formazione e delle scienze umane. E' stato creato con la convinzione che la pedagogia del bello possa essere un potente catalizzatore per l'apprendimento permanente.

Al centro del Manifesto si trovano 9 Principi fondamentali, formulati per rispondere alla necessità  di rivalutare il rapporto tra educatori e discenti. Questi principi sono destinati a guidare l'azione pedagogica in vari contesti 'formali, non formali e informali' e sono facilmente integrabili nei programmi educativi, nei progetti di sviluppo personale e professionale, e nelle politiche educative per promuovere un apprendimento autentico e significativo per ogni individuo.

Il Manifesto della Pedagogia del Bello è un invito aperto a condividere una visione, un documento vivo e dinamico, pronto ad accogliere la voce e la creatività  di chiunque voglia abbracciarne i principi e contribuire alla sua continua evoluzione.

 

I Principi del Manifesto della Pedagogia del Bello?

Attuabili in qualsiasi spazio educativo, dal contesto classe all'educazione dei figli, questi principi ci aiutano a restituire possibilità  all'unicità  individuale e dunque a considerare la persona in modo olistico, promuovendo il rispetto di se' e dell'altro, una riflessione sul rapporto con il bene comune, il sostegno alla cittadinanza attiva, ai valori democratici e alla sostenibilità .

1. Relazione | Favorire la sintonia tra corpo, cervello e mente.

La relazione docente-discente rappresenta una componente fondamentale per il verificarsi di un apprendimento efficace. Il contatto visivo e la comunicazione non verbale sono elementi chiave che inviano messaggi pregni di significati nel “qui e ora” del contesto. È necessario entrare in un rapporto comunicativo reciproco e significativo con il discente, costruendo una relazione che metta in sintonia corpo, cervello e mente. Il focus deve dunque spostarsi dalla quantità di nozioni alla qualità della relazione educativa. Da qui la sollecitazione a ricercare l’autenticità nel modo in cui il docente si relaziona al discente.

2. Ascolto | Sentire l'originalità  dell'altro nella relazione.

Educare al bello significa insegnare a saper cogliere quel qualcosa di diverso da noi stessi che ci arricchisce, ci completa e ci induce a crescere. Significa anche educare all’ascolto, all’osservazione e alla consapevolezza che tutto ciò che ci circonda è profitto. Così come accade nell’arte, il sentire l’originalità dell’altro nella relazione genera apertura e induce ad esplorare nuove possibilità di incontro e di empatia. Prestare attenzione al discente significa farlo sentire ascoltato, e quindi visto, a beneficio di un coinvolgimento attivo. Il processo di scambio che si attiverà sarà quindi bidirezionale: entrambe le parti saranno in ascolto ed in apprendimento reciproco. 

3. Emozione | Far sperimentare emozioni positive durante l'apprendimento.

Il bello che è in grado di educare ci sollecita sul piano sensibile attraverso la natura, gli oggetti, le persone. Lo stupore e la meraviglia provati per il loro esserci e la loro bellezza possono indurci a ricercare il senso dell’esistenza. Nella fase di apprendimento, se il cervello sperimenta emozioni positive, queste si iscriveranno nella memoria dell’individuo, creando una traccia emozionale positiva che si riattiverà ogni qualvolta si troverà a studiare. Al formatore spetta il compito di prediligere quei canali e contesti che possano attivare emotivamente gli individui e rendere l’apprendimento un’esperienza da voler ripetere. I temi del desiderio e della passione sono determinanti. 

4. Esplorazione | Incuriosire attraverso stimoli esterni.

La forza nascosta che stimola l’apprendimento è la gioia di esplorare, in grado di attivare il pensiero critico e il ragionamento. Questa capacità non è nient’altro che la curiosità. La curiosità potenzia quindi l’efficacia e l’impatto di qualsiasi iniziativa educativa, e saperla accendere o indirizzare attraverso domande stimolo favorisce una predisposizione positiva all’apprendimento e al cambiamento. Occorre spostare il focus dalle performance alle modalità di raggiungimento degli obiettivi. Queste ultime, dovrebbero essere modellate sulla base delle caratteristiche fisiche, psicologiche e cognitive del discente, tenendo conto delle diversità di ognuno. 

5. Inclusione | Co-sentirsi parte di un processo di trasformazione.

L’educazione al bello è inclusiva, poiché insegna a “leggere” la complessità, e quindi anche ciò che al suo interno risulta dissonante. La bellezza implica dunque l’abbandono della logica autoreferenziale ed il co-sentirsi parte di un processo in cui ciò che viene messo a disposizione degli altri rappresenta un valore. Educare al bello significa anche educare alla parità, al rispetto e alla valorizzazione delle differenze. L’intelligenza non può essere ridotta ad un’unica misura, ma è una composizione di diverse capacità umane. Se riconosciute e valorizzate, le intelligenze multiple consentono di apprezzare la diversità individuale, promuovendo un’educazione che soddisfi le varie capacità e i talenti dei singoli individui. 

6. Equilibrio | Favorire la percezione dell'armonia attraverso i sensi.

La ricerca del bello è anche ricerca di armonia ed equilibrio. L’arte, nelle sue forme più varie (arti visive, musica, teatro, danza, etc.), coinvolgendo tutti i sensi rafforza le esperienze cognitive, comunicative e socio-relazionali del fruitore. L’educazione al riconoscimento del bello consente di maturare progressivamente una particolare sensibilità nel saperlo cogliere e percepire, perché se lo sguardo è educato alla vista di qualcosa di bello, non potrà non riconoscerlo e rifuggire da ciò che non lo è o da ciò che si manifesta come una disarmonia. In tal modo, da realtà oggettiva il bello si completa in termini di realtà soggettiva divenendo modalità di significazione da adottare per attribuire e conferire senso alla propria vita. 

7. Unicità | Favorire la ricerca dell'unicità.

Educare al fine di umanizzare sempre più il soggetto significa far emergere quella forma personale che è già in ognuno e che concorre a delineare la personalità alla stessa maniera del profilo di un’opera d’arte, ossia come aspetto che ci contraddistingue in termini di originalità, e che al tempo stesso rende il profilo di ognuno un insieme unitario di parti. Ogni discente deve essere invitato a cercare la propria bellezza, ad esprimerla in modo costruttivo e a delineare il proprio canone estetico che lo renderà unico rispetto agli altri. L’educatore deve accompagnare il discente nello sviluppo di un proprio “senso estetico”, attraverso il quale imparare a riconoscere e appropriarsi della bellezza come componente qualitativa da rintracciare nella realtà e nelle relazioni. 

8. Cura | Promuovere la custodia e la cura del bello.

Educare alla bellezza significa suscitare nei discenti la voglia di tutelare, custodire, imitare ciò che ritengono bello. Da parte dell’educatore sono richieste l’attenzione e la cura del quotidiano, dell’ordine delle cose, dei dettagli concreti, attenzione che si rivolge all’altro in termini di proposte adeguate, di esperienze, di luoghi e attività suggerite mentre si educa. 

9. Ambasciatori di bellezza | Educatori al servizio della verità  e della bellezza.

Gli educatori devono diventare “ambasciatori” della bellezza, rendendo ogni tema o personaggio proposto occasione di curiosità e interesse, oltre che esempio di verità e bellezza cercate e conquistate con sforzo e determinazione. All’educatore spetta il compito di favorire il dialogo, l’incontro e il desiderio di instaurare solidi legami con gli altri, l’ambiente e il mondo. 

Scarica la versione integrale in PDF.

 

Come aderire al Manifesto?

Il 'Pennello bianco' è il decimo (ovvero l'"ennesimo") Principio: uno spazio aperto che desideriamo esplorare e scrivere con il tuo contributo e quello di quanti, ispirati dalle sfumature descritte in questo documento, vogliano condividere la propria esperienza ed interpretazione della Pedagogia del Bello. Il "Pennello bianco" simboleggia, in questo contesto, l'opportunità  di arricchire e rinnovare la visione pedagogica, accogliendo contributi multidisciplinari, sempre diversi e stimolanti. Il Manifesto della Pedagogia del Bello è dunque un invito aperto alla condivisione di una Visione, un documento vivo e dinamico, pronto ad accogliere la voce e la creatività  di chiunque desideri abbracciarne i Principi e sia pronto a scommettere nelle sue molteplici evoluzioni. Per scoprire come aderire al Manifesto e 'contribuire con un verso', scrivici: academy@ciape.it

 

Cosa sono i Residenziali di CIAPE?

I Residenziali sono eventi di Networking & Peer Learning, in cui professionisti attivi a diversi livelli si confrontano, apprendono reciprocamente e costruiscono reti e progetti.

Nel corso di due giornate di full immersion residenziale, i rappresentanti di buone prassi relativamente ad un tema specifico si alternano on stage illustrando l'eccellenza di cui si fanno portavoce, e apprendono da keynote speaker di eccellenza. Le prime due edizioni hanno trattato il tema della Genitorialità Consapevole, la terza edizione ha trattato in maniera olistica il tema della Qualità nel settore Infanzia, mentre la quarta edizione è stata quella sulla Pedagogia del Bello.

I momenti formativi si sono alternati ad attività  pratiche e di lavoro in gruppo per la co-creazione di iniziative condivise. E' una formula che sperimentiamo da tempo e ormai possiamo dirlo: non c'è modo migliore per favorire la condivisione, l'apprendimento reciproco e generare idee innovative.

 

I firmatari del Manifesto

Grati di aver appreso dell'esistenza del paese museo capace di portare l'arte in strada, di esserci intrattenuti con chi sa sollecitare la partecipazione attiva mediante domande generative.

Grati anche al Prof. Morelli per averci fatto riflettere, con maestria e umanità, sull'arte di trovare buone domande per suscitare il desiderio di apprendere. 

Felici di aver appreso come la musica possa prestarsi al servizio dell'inclusione delle diverse abilità.

Onorati di aver ricevuto l'ennesima conferma di quanto un approccio giocoso possa favorire apprendimenti efficaci.

Abbiamo conosciuto chi sa magistralmente proporre esperienze estetiche per attivare il potenziale latente, chi attraverso la bellezza produce innovazione sociale. Chi fa poesia della propria vita regalando il giusto ordine a parole a caso, chi fa cittadinanza attiva mettendo il proprio sapere a disposizione della comunità.

Chi usa la bellezza per superare gli stereotipi.

Grazie a:

CIAPE - Centro Italiano per l'Apprendimento Permanente |  

Associazione Cometa

Bluebook s.r.l.

Cicero in Rome associazione culturale |

Fondazione Pinuccio Sciola

Il Manto cooperativa sociale | 

La Palestra Creativa dell'Istituto Lozzo Atestino

'NAMO APS

Next Level ETS

Polo Liceale Majorana Laterza

Scuola G. Bianco G. Pascoli di Fasano

The Apartment APS

TUtt'Altro. Arte e Linguaggi espressivi ASD

Wayouth

Si ringraziano per il contributo scientifico ed il sostegno istituzionale:

INDIRE Agenzia Nazionale Erasmus+

Ufficio Scolastico Regionale per la Campania

Ufficio Scolastico Regionale per l'Umbria

Prof. Ugo Morelli

Prof. Osvaldo Capraro, Prof.ssa Mella Sciancalepore l'Associazione Il Segno e la Parola

Per aderire al Manifesto, o semplicemente chiedere il patrocinio per un evento, scrivici: academy@ciape.it

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