Accogliere il pubblico allofono: un processo di adattamento interculturale!

[traduzione : EPALE Francia]
Il tema dell'interculturale, dell'interculturalità e delle competenze interculturali è sempre più presente sia in ambito educativo che lavorativo. Con Margaux, ci siamo incontrati all’Università di Rouen Normandie, dove frequenta il Master Enjeux Contemporains et Pratiques en Education et Formation (ECPEF).
Data la sua formazione e i suoi progetti, mi piacerebbe saperne di più e condividere la sua esperienza relativa a queste dimensioni interculturali.
Si tratta di temi importanti per i professionisti e gli attori dell'istruzione e della formazione che si incontrano sulla piattaforma EPALE / Erasmus +
Thierry Ardouin: Per iniziare, ci può parlare un po' di lei e di cosa l'ha spinta a iscriversi al Master Enjeux Contemporains et Pratiques en Education et Formation (ECPEF)?
Margaux Sahut: Mi chiamo Margaux SAHUT, ho 23 anni e ho da poco conseguito un Master in Scienze dell'Educazione. Dopo il diploma, la mia carriera universitaria è iniziata con la triennale in sociologia e scienze politiche all'Università di Rouen. Ottenuta la prima laurea, il mio progetto di carriera era ancora piuttosto vago e avevo deciso di concentrarmi sull’argomento che più mi interessava, l'educazione. Mi sono quindi iscritta alla specialistica denominata in Francia MEEF1er degré, con l'obiettivo di diventare insegnante, ma diciamo che non ne ero molto convinta. Sentivo di avere un'attrazione per l'insegnamento, ma non era il percorso verso il quale volevo orientarmi definitivamente, quello che mi si addiceva e mi motivava. Dopo diversi mesi di formazione, ho finalmente capito che questo lavoro non faceva per me e ho deciso di cambiare direzione. È stata una decisione sicuramente complicata. Non sapevo cos'altro fare, mi sono sempre sentita attratta dal settore dell'educazione, ma non sapevo come approcciarmici. Dopo molte ricerche, ho deciso di iscrivermi a questo master in Scienze dell’Educazione. Durante il primo anno, ho iniziato a interessarmi alle questioni relative all'immigrazione, in particolare a seguito della mia esperienza di insegnante, così ho deciso di continuare il secondo anno di corso del Master ECPEF. Grazie a esso, sono riuscita ad approfondire quell’aspetto “societale” che tanto mi aveva incuriosita durante il primo anno di frequenza.
Thierry Ardouin: Qual è il suo rapporto con l'interculturalità? Come è nato questo suo approccio all'interculturalità nell'educazione?
Margaux Sahut: Come già evocato, ho iniziato a interessarmi a questi temi durante il primo anno di Master in Scienze dell'educazione e durante le mie prime esperienze professionali sul campo.
In realtà, già mentre frequentavo il corso di laurea specialistica MEEF, avevo iniziato a pormi delle domande sulla questione, grazie ai vari tirocini svolti. L’attività svolta in occasione dei miei stage mi aveva permesso di rendermi conto che l'integrazione di alcuni alunni, in particolare quelli allofoni, nelle classi ordinarie sollevava problemi nell'insegnamento. Ricordo un caso particolare che mi ha messo a dura prova. Stavo facendo un tirocinio in una scuola materna, in una classe con bambini perlopiù di 3/4 anni. In questa classe erano appena arrivati due alunni immigrati, un fratello e una sorella. Ciò che mi ha colpito di questa situazione è stato il modo in cui l'insegnante ha affrontato l’arrivo dei due nuovi alunni. L'insegnante, sentendosi impotente, a volte dimenticava la presenza dei due bambini e non adattava i contenuti e i metodi di insegnamento quando la situazione lo richiedeva. I bambini sono rimasti in disparte in uno stato di totale incomprensione.
Questo è stato il punto di partenza della mia ricerca esplorativa durante il 1° anno di Master, che ho potuto sviluppare ulteriormente quest'anno per la mia tesi sul tema delle competenze interculturali e, più in generale, dell'interculturalità nell'educazione.
Oggi più che mai sento una forte passione per le questioni interculturali, al punto che desidero costruire intorno all’argomento il mio futuro professionale.
Thierry Ardouin: Lei afferma che l’acronimo UPE2A è ancora poco familiare non solo al grande pubblico ma anche ai professionisti dell'istruzione. Può dirci qualcosa di più sul dispositivo UEP2A?
Margaux Sahut: L'UPE2A, il cui nome completo è: Unité Pédagogique pour Élèves Allophones Arrivants (Unità pedagogica per studenti allofoni appena arrivati) è una struttura di accoglienza per migranti allofoni. Queste classi possono assumere forme diverse a seconda dell'età degli studenti, del loro profilo (in particolare scolastico) e delle loro esigenze. Esistono dispositivi UPE2A sia per l'istruzione primaria che secondaria.
L'obiettivo degli UPE2A tradizionali (a prescindere dal livello) è quello di fornire un supporto linguistico agli studenti, incoraggiando al contempo la loro graduale integrazione nel sistema scolastico tradizionale. Per gli studenti che non hanno ricevuto un'istruzione nel loro paese d'origine e che devono imparare tutto da zero, ci sono gli UPE2A NSA. L'UPE2A SAS è riservato agli studenti di età superiore ai 16 anni che desiderano sviluppare i loro progetti professionali e integrasi rapidamente nel mondo del lavoro.
Tutte queste proposte consentono di personalizzare un po' di più i loro percorsi e di garantire che la loro integrazione nel sistema scolastico francese avvenga nel modo più agevole possibile.
Thierry Ardouin: Dopo un lavoro esplorativo, di osservazione e di ricerca documentale, ha intervistato quattro insegnati. Come vivono l'interculturalità?
Margaux Sahut : In generale, gli insegnanti che lavorano con i migranti sono in grado di comprendere e accettare le differenze culturali. Questa visione relativamente positiva può tradursi nell'uso della diversità per scopi educativi. Gli insegnanti possono quindi attingere a diverse culture per creare contenuti molto eterogenei. In particolare, posso citare le parole di una delle insegnanti che ho intervistato, la quale ha dichiarato "in ogni caso, uso l'interculturalità per scopi didattici" e ha aggiunto che si serve delle differenti culture per affrontare determinate questioni: “Sicuramente andrò a utilizzare molto l'interculturalità quando, per esempio, do una lezione, tra virgolette “culturale”, affrontando temi come la laicità, l’uguaglianza uomo/donna. In casi simili, effettivamente, faccio molto leva sull’interculturalità”.
Lo stesso schema si ripete per la maggior parte degli insegnanti FSL (francese seconda lingua). Si fa molta attenzione a trovare un equilibrio tra le culture e a non privilegiare una cultura rispetto a un'altra, soprattutto dal punto di vista pedagogico. Penso quindi che, nonostante alcuni malintesi che possono sorgere, l'interculturalità sia una risorsa nelle classi UPE2A a cui gli insegnanti possono attingere da un punto di vista pedagogico, ma anche umano, tenendo presente che l'obiettivo di questi studenti, senza mai dimenticare chi sono e da dove vengono, è quello di integrarsi nel Paese in cui sono appena arrivati.
Nonostante questa visione dell'interculturalità e l'uso che ne fanno, gli insegnanti sono un po' scettici sul termine stesso di competenza interculturale. Anche se il discorso sulle loro pratiche di insegnamento dimostra la mobilitazione di queste competenze (come l'adattamento, la diversificazione, l'apertura mentale, ecc.), la definizione di questo termine è piuttosto complessa per loro, soprattutto perché è piuttosto vasto e vago.
Thierry Ardouin: Quali piste, azioni concrete o riflessioni suggerisce per la formazione dei professionisti dell'istruzione?
Margaux Sahut: Ritengo che l'interculturalità nel settore educativo, e più specificamente la necessità che gli insegnanti prendano in considerazione la presenza di gruppi di migranti, sia una priorità. Anche se, durante i loro stessi percorsi di formazione, per quanto variegati siano, gli insegnanti affrontano sicuramente il tema dell'interculturalità nel contesto educativo, non possiamo affermare che tali percorsi siano sufficientemente adattati e le formazioni sull’argomento sufficientemente impartite. Il che ci porta a ipotizzare delle piste di miglioramento.
Grazie a questa ricerca, è inizialmente possibile fornire ai professionisti dell'educazione delle chiavi di lettura, in particolare per quanto riguarda la presa in considerazione dell'interculturalità da un punto di vista pedagogico. Credo che sia essenziale affrontare questi temi nella formazione degli insegnanti. Prima di tutto, l'insegnante deve capire (il contesto, il pubblico), in modo da poter mettere in atto un metodo di insegnamento adeguato. Penso che prima ancora di affrontare gli aspetti meramente didattici, la strutturazione stessa delle lezioni, ecc., la formazione degli insegnanti dovrebbe concentrarsi sulla comprensione del contesto dell'interculturalità
Thierry Ardouin: Grazie per questo scambio e per il suo contributo.