Per una cultura dell'apprendimento continuo



“L’immaginazione sociologica permette a chi la possiede di vedere e valutare il grande contesto dei fatti storici nei suoi riflessi sulla vita interiore e sul comportamento esteriore di tutta una serie di categorie umane. Gli permette di capire perché, nel caos dell’esperienza quotidiana, gli individui si formino un’idea falsa della loro posizione sociale. Gli offre la possibilità di districare, in questo caos, le grandi linee, l’ordito della società moderna, e di seguire su di esso la trama psicologica di tutta una gamma di uomini e di donne. Riconduce in tal modo il disagio personale dei singoli turbamenti oggettivi della società e trasforma la pubblica indifferenza in interesse per i problemi pubblici.”
C. Stwart Mills
Il sociologo Charles Wright Mills scriveva che l’essere umano necessita “di una qualità della mente che lo aiuti a servirsi dell’informazione e a sviluppare la ragione fino ad arrivare a una lucida sintesi di quel che accade e può accadere nel mondo e in lui” e individuò tale qualità in quella che chiamò l’immaginazione sociologica, qualità che permetteva di comprendere che tutti gli individui esistono nelle stesse condizioni, collocando la propria esperienza individuale nel contesto della propria epoca.
Sebbene per Wright Mills l’immaginazione sociologica fosse un attrezzo degli scienziati sociali, la sua teoria offre uno spunto importante sulla possibilità di singoli soggetti che allenati costantemente riescano a raggiungere maggiore consapevolezza non solo in relazione al sé, quindi salute, conoscenza, relazioni interpersonali, ma anche in relazione al proprio ruolo all’interno dei contesti di appartenenza o con cui si entri in contatto.
L’immaginazione sociologica è una forma di astrazione che rappresenta la modalità con la quale ognuno di noi può andare al di là della propria esperienza personale e capire invece le condizioni comuni a tutti, sviluppando una conoscenza della realtà meno soggetta a pregiudizi e a false credenze.
Possiamo immaginare che l’apprendimento continuo e dunque l’educazione degli adulti possano svolgere un ruolo simile a quello definito da Wright Mills per l’immaginazione sociologica. Acquisire nuove competenze può permettere uno slancio oltre una visione personalistica del mondo. Questo significa non soccombere sotto la complessità della contemporaneità che, come è possibile osservare quotidianamente, è diventata talmente articolata da portare ad una crisi di orientamento generalizzata, rispetto ad una lettura che collochi ognuno di noi a definirci nel mondo.
L’apprendimento continuo potrebbe realizzare una vera e propria rivoluzione in ambito sociale; una cultura dell’apprendimento potrebbe essere fautrice di nuove forme di progresso sostenibile e paritario.
Ecco perché l’educazione degli adulti è una delle grandi sfide del momento e perché ci si avvicina sempre più alla consapevolezza che una persona che non interrompa l’apprendimento al termine del proprio ciclo di studi, al di là della sua specificità e lunghezza, sviluppi possibilità maggiori non esclusivamente nel mercato del lavoro.
La continua formazione di competenze, anche trasversali, comporta un miglioramento del proprio benessere, ma anche un’evoluzione come cittadino e dunque come membro della società. L’apprendimento continuo allora rappresenta un’opportunità per tutti, singoli individui, comunità, società e istituzioni politiche a tutti i livelli; rappresenta inoltre un valore al quale dobbiamo iniziare a guardare con maggiore fiducia e concretezza. La cittadinanza europea è uno dei contesti che trarrebbe giovamento dallo sviluppo e dalla diffusione di una cultura dell’apprendimento continuo, perché va da sé che una maggiore consapevolezza del proprio ruolo civico, del proprio peso nella partecipazione democratica, avrebbe una risonanza fino ai livelli transnazionali, facendo crescere la possibilità di una democratizzazione partecipata dei paesi membri.
Come spiegano Joseph E. Stiglitz (Nobel per l’economia 2001) e Bruce C. Greenwald: “Nella creazione di una società dell’apprendimento dinamica sono coinvolte più dimensioni. Gli individui devono avere una mentalità pronta ad apprendere e le competenze per farlo. Devono avere inoltre una qualche motivazione”.
Secondo i due economisti infatti la conoscenza è creata da soggetti soprattutto appartenenti ad organizzazioni, quindi questa conoscenza è inizialmente diffusa all’interno di tali organizzazioni. Successivamente c’è il passaggio da organizzazione ad organizzazione e da soggetto a soggetto. La “misura, la facilità e la rapidità della trasmissione delle conoscenze sono di per sé caratteristiche cruciali in una società dell’apprendimento, perché una nuova conoscenza genera un nuovo pensiero e funge da catalizzatore, oltre che da fattore produttivo dal quale emergono nuove idee e creatività”.
Tali dimensioni caratterizzano le società che risultano tutt’altro che uguali nell’apprendere: alcune società sono infatti più capaci ed abili nel ridurre il divario tra le pratiche migliori e quelle medie e a spostare in avanti la frontiera delle conoscenze.
L’Unione Europea ha puntato molto sull’apprendimento continuo dandosi obiettivi impegnativi, l’agenda delle competenze che fissa entro il 2025: un incremento del 32% della “partecipazione degli adulti di età compresa tra 25 e 64 anni all'apprendimento negli ultimi 12 mesi”; un incremento del 67% della “partecipazione all'apprendimento degli adulti poco qualificati di età compresa tra i 25 e i 64 anni negli ultimi 12 mesi e addirittura del 82% l’incremento della “quota di adulti disoccupati di età compresa tra 25 e 64 anni con una recente esperienza di apprendimento”.
Obiettivi ambiziosi ai quali però si deve guardare mirati, ponendosi domande concrete sulle modalità con le quali sia possibile realizzare tali obiettivi in così poco tempo, soprattutto rispetto al target di cittadine e cittadini solitamente esclusi dalla vita sociale e dall’attivismo civico.
Alcune delle domande che ci si dovrebbe porre a riguardo sono semplici: dove, come e quando soggetti che non hanno relazioni con enti ed istituzioni possono essere coinvolti e inclusi in percorsi di formazione ed educazione per adulti? Quali sono gli stakeholders che possono fare da anello di congiunzione con un target così sfuggente?
È importante sviluppare…
È importante sviluppare pratiche di comunità nel campo dell'educazione degli adulti nella prospettiva di prenderci cura dell'Europa de popoli.