Il disegno, strumento di resilienza e chiave di accesso al proprio vissuto

Si è da poco concluso nella Casa Circondariale di Agrigento il laboratorio di disegno, rivolto a 20 ristretti. Un evento unico, trattandosi di detenuti della sezione di alta sicurezza, esempio che comincia a trovare concretezza l’idea che “non serve buttare le chiavi” ma piuttosto trovare “la chiave per far girare le vite”.

Malgrado difficoltà oggettive, diversi sono gli obiettivi raggiunti, che si iscrivono non solo nella sfera prettamente tecnica delle competenze artistiche, ma anche e soprattutto nella sfera delle soft skills, relative alla capacità di relazione con “l’altro” (inteso come persona, contesto, cultura, regola e diversità), alla capacità di pensiero critico, di revisione del proprio vissuto e di resilienza.
Partiamo dalla spazio: si tratta della sala socialità che all’occorrenza diviene aula scolastica, cappella, in questo caso laboratorio. La lavagna “vecchia maniera” e il gesso sono gli unici “arredi” che rimandano all’atto di insegnare e apprendere. Non ci sono banchi per tutti, ma l’arte di “arrangiarsi” (o creatività, se vogliamo) è tipica di questo luogo e in pochi minuti sgabelli, carrelli e tavoli riempiono i vuoti. Gomito a gomito, si disegna, si colora, si discute, si osserva, si collabora.
Due ore che passano in un battibaleno: l’agente di polizia penitenziaria dice che il tempo è scaduto. I corsisti ribattono che per loro è volato.
Dalla seconda lezione i disegni affollano le pareti dell’aula; tutti portano a termine le consegne, continuando autonomamente il lavoro iniziato nel corso degli incontri con il docente, e realizzando una serie di bozzetti per il concorso di mail art, bandito dall’ass. Artisti dentro Onlus e patrocinato dal DAP, al fine di incoraggiare negli istituti penitenziari l’arte e la cultura come mezzi di svago e crescita.
I disegni realizzati toccano svariati temi: paesaggi, persone, vita quotidiana; raccontano, più delle parole, fissandoli su un foglio, momenti di vita “dentro” e momenti di vita “fuori”; sono chiave di lettura di un universo di ricordi, speranze e aspettative che vogliono essere condivise.
Anche per aggiustare la traiettoria del proprio percorso; perché, come ha sottolineato il maestro, nel disegno, come nella vita, gli errori non sono definitivi: basta un colpo di gomma, una pennellata di colore, e si corregge il tratto che sembrava aver rovinato il capolavoro.
Così il disegno diventa strumento per analizzare il passato, fronteggiare il presente e progettare il futuro. Per chi è dotato di talento artistico e per chi non lo è.