Le frontiere della scuola negli istituti penali minorili italiani.
La scuola è l’agenzia educativa formale più radicata nel tessuto sociale. Ciò comporta che, per stare al passo dei rapidi cambiamenti sociali, essa si adatti mutevolmente, riperimetrando le proprie frontiere operative. Cosa accade alla scuola, invece, quando è collocata in frontiera all’interno di istituzioni talvolta resistenti al cambiamento, quali gli istituti penali minorili? Corpi normativi nazionali (Costituzione italiana, 1948; Ordinamento Penitenziario, 1975) ed organizzazioni internazionali (Convenzione ONU sui diritti di infanzia e adolescenza, 1989), riconoscono il diritto dei minori all’istruzione, e la sua insopprimibilità o riduzione anche nei contesti di privazione della libertà individuale. Come si traducono questi orientamenti generali nella pratica progettuale e operativa del fare scuola nei penitenziari minorili italiani?