Edu-larp e cambiamento sociale: una ricerca sui giochi di ruolo dal vivo a tema migrazione
Pubblicato in "La ricerca educativa e didattica nelle scuole di dottorato in Italia", Quaderni del Dottorato Sird 3/2019
Abstract
I mondi in cui oggi viviamo portano a ripensare ai media e ai linguaggi comunicativi
impiegati, in particolar modo rispetto ai processi educativi che riguardano
tanto i contesti formali, quanto quelli informali. Appare difatti sempre
più difficile predisporre esperienze educative significative, capaci di impegnare
ragazzi/e in processi di apprendimento e cambiamento, vincendo quel senso
di disinteresse e noia che sembra essere tratto distintivo delle nuove generazioni.
Un possibile metodo educativo per rispondere a questa realtà può essere rappresentato
dagli Educational Live Action Role Play (da qui in poi “edu-larp”).
L’edu-larp è un gioco di ruolo dal vivo in cui la narrazione non viene solo raccontata,
ma giocata in prima persona dai e dalle partecipanti, con il loro corpo
e le loro azioni: essi interagiscono interpretando il proprio personaggio in relazione
con gli altri, figurando situazioni fittizie in uno spazio reale (“cerchio
magico”). Tali giochi possono essere utilizzati tanto nell’educazione formale,
per la mediazione di contenuti didattici, quanto nell’educazione informale, per
tematizzare contenuti di tipo educativo e di tematiche sociali. La ricerca presentata
riguarderà lo studio di due edu-larp a tema migrazione. Il primo si
chiama “Youth On The Run” (Croce Rossa Italiana) [da cui è tratta l'immagine di questa pagina, ndr] e simula per 24 ore il viaggio
migratorio di una famiglia dalla Somalia fino all’Italia. Il secondo si chiama
“300, la battaglia delle tendopoli” (Luigi Coccia) e simula per 4 ore una riunione
municipale in cui si deve decidere il collocamento di 300 profughi in arrivo
nella città di cui i partecipanti recitano i diversi cittadini. Lo studio sperimentale
intende sondare se e come la partecipazione a questo tipo di giochi può avere
impatti significativi sul grado di empatia, di pregiudizio etnico e sulle rappresentazioni
dei e delle partecipanti rispetto alle tematiche migratorie.
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