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#lascuolanonsiferma e la DAD arriva nelle scuole carcerarie di Messina e provincia

TreeImage.
Serena Freni Sterrantino
Messina

 

Tra le molte libertà e diritti a cui abbiamo temporaneamente rinunciato in nome della salute collettiva non si trova un diritto importante che continua ad essere promosso e tutelato anche ai tempi del Coronavirus, ovvero, il diritto alla pubblica istruzione. Grazie alle risorse digitali la scuola italiana è riuscita a proseguire la sua missione anche a battenti chiusi raggiungendo bambini, ragazzi ed adulti frequentanti le scuole di ogni ordine e grado.

Un’altra grande lezione di civiltà del nostro paese in tempi difficili come questi risiede nell’aver garantito il diritto all’istruzione anche ai soggetti più deboli come i detenuti.

La tenacia del Garante dei diritti dei detenuti e la lungimiranza degli altri enti preposti quali i ministri di competenza insieme al dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria hanno autorizzato il proseguimento delle lezioni per i ristretti.

Con queste premesse è partita la didattica a distanza (DAD) nelle scuole carcerarie che fanno capo al CPIA di Messina, rispettivamente la Casa Circondariale di Gazzi sita nel comune di Messina e la Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME).

E’ importante accettare le novità ed aprirsi al cambiamento’ afferma la Dirigente scolastica del Cpia di Messina, dott.ssa Giovanna Messina, che aggiunge: ‘Anche e soprattutto nelle sedi carcerarie bisogna continuare il dialogo educativo con i mezzi e i sussidi della didattica a distanza per non far sentire indietro chi purtroppo lo è già.’ La scuola in carcere resta infatti strumento pedagogico di vitale importanza per il recupero sociale ed umano dei reclusi.

Oltre alle FAD già in uso presso il Cpia negli anni scolastici precedenti, sono state create dai docenti di ogni materia delle dispense integrative per sostenere la didattica a distanza. I corsisti-detenuti dei percorsi di primo e secondo livello didattico e quelli di alfabetizzazione sono stati di recente coinvolti in lezioni asincrone che abbracciano varie metodologie per rendere la didattica a distanza non solo trasmissiva ma anche interattiva. Questi tutorial, infatti, includono brainstorming e mappe concettuali; attività di problem solving e problem posing; schede di autovalutazione e verifiche che tengono conto dei vari stili di apprendimento degli utenti.

Grazie alla cooperazione tra i due ministeri, quello dell’Istruzione, Università e Ricerca e il Ministero della Giustizia, da una situazione emergenziale si sono sviluppate occasioni di crescita produttive per la didattica in carcere nei mesi futuri.

Si può davvero affermare che l’innovazione metodologica digitale sia partita a gonfie vele anche per i detenuti-alunni messinesi e barcellonesi e che grazie al Cpia di Messina si tutela ‘quel valore fondante che è rappresentato dalla cultura, specialmente in luoghi dove si è privati della libertà[1].

 

Serena Freni Sterrantino

 

[1] Da Lettera del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o provate della libertà  del 07 aprile 2020, Mauro Palma.

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