Riflessioni e contenuti del seminario nazionale Epale “Attivarci per sostenerci. Politiche e pratiche di inclusione sociale ed equità”
Il 27 gennaio si è svolto in modalità on line il seminario nazionale Epale “Attivarci per sostenerci. Politiche e pratiche di inclusione sociale ed equità”, un’occasione di studio sulle principali politiche europee e nazionali di inclusione sociale e di restituzione dei lavori di Re-Start ed Epale Eduhack, le due iniziative realizzate da Epale Italia durante l’autunno.
Prima sessione: Politiche europee e nazionali
Lorenza Venturi, capo Unità Epale Italia ed Erasmus+ settore Eda, introduce i lavori del seminario osservando i dati sulla partecipazione all’apprendimento in età adulta, come riportati nel recente Report di Eurydice uscito nel settembre 2021 “Adult education and training in Europe: Building inclusive pathways to skills and qualifications”. Il rapporto esplora, fra le altre cose, come a livello nazionale sono coordinate le iniziative di istruzione e formazione degli adulti e come le strategie nazionali promuovono l’accesso alle opportunità formative. Purtroppo i dati non sono incoraggianti e il tasso di partecipazione degli adulti nell’apprendimento permanente è lontano dall’obiettivo del 15% fissato nella strategia ET 2020.
Tuttavia i principi di uguaglianza e inclusività sono valori fondamentali dell’Unione europea e in Erasmus+ 2021-2027 diventano priorità trasversali per tutto il programma, sia per i progetti finanziati, che per tutti i soggetti attuatori.
Carlo Scatoli, DG Occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione europea, illustra la situazione dell’apprendimento degli adulti in Europa e gli ambiziosi obiettivi fissati per il 2030: il 60% degli adulti europei entro il 2030 dovrebbe partecipare ogni anno a attività formative e l’80% dovrebbe avere competenze informatiche di base. Tali considerazioni risultano correlate e coerenti con il documento relativo al Pilastro europeo dei diritti sociali e al suo Piano d’azione, recentemente adottato dalla Commissione a fondamento delle politiche sociali da realizzare nell’attuale fase storica. Altri documenti principali illustrati da Scatoli sono la Risoluzione del Consiglio su una nuova Agenda europea per l’apprendimento degli adulti (novembre 2021) e il Patto per le competenze, iniziativa chiave dell’Agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza del 2020.
Grazie all’intervento di Andrea Bollini, autorità nazionale dei programmi comunitari, sono illustrate le principali azioni di sostegno del Ministero dell’Istruzione a favore dell’educazione degli adulti e a sostegno della partecipazione dei CPIA alla costruzione e al funzionamento delle reti territoriali per l'apprendimento permanente, oltre alle azioni di contrasto alla dispersione scolastica e ai divari nelle competenze in età adulta, le misure specifiche di potenziamento delle competenze dei docenti e le modalità in cui l’Agenda può essere declinata a livello nazionale attraverso i fondi europei. Alla luce di questo contesto, di fondamentale importanza è il Programma Erasmus+ che raddoppia le risorse a disposizione, moltiplicando le opportunità, e per il quale il Ministero ha deciso di investire anche una parte delle risorse del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’intervento di Anna Grimaldi, della Struttura di ricerca “Inclusione sociale” di INAPP, definisce quali siano le dimensioni che declinano l’inclusione sociale e quali le misure protettive. L’inclusione sociale rappresenta la condizione in cui tutti gli individui vivono in uno stato di equità e di pari opportunità, indipendentemente dallo stato di povertà, di disabilità, o quant’altro. In questi ultimi anni nuovi soggetti si trovano a rischio di esclusione sociale, come i giovani adulti con titolo di studio alto, ma scoraggiati nella ricerca del lavoro, adulti che hanno perso il lavoro, famiglie che hanno avuto ripercussioni gravi a seguito della pandemia, o ancora giovani con assenza di adulti significativi.
Il fenomeno rappresenta quindi una sfida complessa a livello nazionale ed europeo e coinvolge politiche diverse (educazione, economia, sanità, affari sociali, occupazione) e dimensioni diverse su cui lavorare. L’intervento della dottoressa Grimaldi si sofferma su due dimensioni in particolare: quella dell’occupabilità e quella della cittadinanza attiva, ulteriormente declinate secondo più livelli e analizzate in relazione anche alle possibili e auspicabili misure protettive e di intervento.
A seguire, Annamaria Cacchione presenta gli studi portati avanti dalla Struttura di ricerca “Istruzione degli adulti” di Indire. Indire in seguito al monitoraggio nazionale sui CPIA (svolto dal 2015 al 2018) ha individuato sei temi chiave intorno ai quali sono stati raggruppati i CPIA, per ogni tema sono stati selezionati poi dieci CPIA “eccellenti”. La ricerca offre spunti di riflessione e analisi sulle criticità in materia di inclusione sociale nell’istruzione degli adulti e sulle differenze a livello regionale. L’intervento della dottoressa Cacchione include un approfondimento sull’apprendimento della lingua italiana, con particolare riferimento agli analfabeti in L1, da parte degli adulti frequentanti i CPIA e sulla scuola in carcere.
Alessandro Ferrante, Università degli Studi di Milano Bicocca, espone una riflessione sul rapporto tra inclusione sociale ed educazione e su cosa significhi pensare e agire l’inclusione sociale da un punto di vista pedagogico, considerata anche l’eterogeneità degli studenti che partecipano ai sistemi educativi contemporanei, sia nel settore formale, che nell’informale e nel non formale. L’educatore si confronta con la differenza nell’ottica di valorizzarla, ma in modo informale e latente spesso gli viene delegato il compito di normalizzare i soggetti che gli vengono affidati e qui l’inclusione si capovolge nel suo contrario e rischia di diventare una pratica di omologazione a certi modelli dominanti. In questo senso il lavoro educativo necessita di dispositivi critici e (auto)riflessivi.
Sentimenti ed emozioni nell’apprendimento permanente. Il ruolo predominante del “non formale” per lo sviluppo sostenibile della persona è il titolo dell’intervento di Francesco Florenzano, Unieda – Unione italiana di educazione degli adulti.
L’intervento richiama l’attenzione sui sentimenti e sulle emozioni, sulla solitudine creata dal distanziamento sociale e dall’uso dei social e indica il ruolo che l’apprendimento non formale, vero e proprio motore dell’apprendimento permanente, può avere in relazione a questi fenomeni.
Seconda sessione: buone pratiche
La sessione del pomeriggio valorizza due importanti iniziative promosse dall’Unità Epale Italia durante l’autunno: “RE-START. Per realizzare insieme una community solidale nella fase post-pandemica" e “Epale Eduhack. Progettiamo insieme il CPIA del futuro”, esempi di partecipazione attiva in cui tutti i membri di un gruppo interagiscono e collaborano per la realizzazione di un progetto comune.
Epale Eduhack. Progettiamo insieme il CPIA del futuro
La presentazione del primo Eduhack promosso da Epale Italia è a opera dei partecipanti stessi, i docenti e gli studenti dei diversi CPIA d’Italia che hanno preso parte all’iniziativa rendendola, grazie al loro coraggio, spirito di squadra, entusiasmo e partecipazione, unica.
L’iniziativa è frutto della collaborazione tra Epale Italia, la Rete di scopo nazionale ICT IdA della Ridap ed EGInA Foligno e si inserisce all’interno del DigiEduHack, la manifestazione internazionale promossa dalla Commissione europea che ogni anno mobilita la comunità educante a tutti i livelli per valorizzare l’educazione digitale.
Renato Cazzaniga, dirigente del CPIA Fabrizio de André di Lecco capofila della "Rete di scopo nazionale ICT IdA", introduce i lavori sottolineando il ruolo delle ICT nell’ambiente di apprendimento ed il loro ruolo nel favorire l’inclusione nell’istruzione degli adulti dove sono di fondamentale importanza in quanto fanno riferimento ad uno degli elementi costitutivi della scuola degli adulti, ovvero la flessibilità. L’istruzione degli adulti deve infatti realizzare percorsi personalizzati e flessibili per ciascun studente all’interno del patto educativo individuale e deve farlo conciliando e accogliendo i bisogni dello studente adulto e le sue specificità. In questo contesto le nuove tecnologie offrono un’importante risorsa di inclusione per avviare percorsi di didattica asincrona o mista che possono favorire la partecipazione dello studente adulto alla scuola.
Altheo Valentini, esperto di progettazione, innovazione e cambiamento sociale di EGInA Foligno, presenta il modello di social hackathon, dove, a differenza di altre iniziative dove l’abilità nell’uso delle nuove tecnologie è l’elemento vincente, l’obiettivo principale è l’aspetto educativo e inclusivo. Sono poi illustrate le fasi dello sviluppo dell’Epale Eduhack, le motivazioni alla base della scelta del tema della sfida (la progettazione di nuovi ambienti di apprendimento per la didattica digitale integrata) e i prossimi step del DigiEduHack.
A seguire gli interventi dei partecipanti - moderati e introdotti da Martina Blasi, dell’Unità EPALE Italia – per il racconto dell’evento dal punto di vista degli studenti e dei docenti, che hanno imparato nuovi modi di imparare e di mettersi in gioco. L’iniziativa ha avuto un impatto positivo anche nelle competenze sociali degli studenti, che hanno lavorato insieme per realizzare un progetto comune, per rispondere ad una sfida intercettando i reciproci bisogni, valorizzando le singole diversità e le singole competenze a favore dell’intero gruppo.
Un racconto corale per il quale ringraziamo il CPIA 2 di Bergamo, CPIA 2 di Firenze, CPIA di Savona, CPIA di Viterbo Roma, CPIA BAT Gino Strada di Andria, CPIA Fabrizio de André di Lecco, CPIA 4 di Roma, CPIA 3 Tullio de Marco di Torino, CPIA Napoli Città 2.
Re-start. Per realizzare una community solidale nella fase post-pandemica
Daniela Ermini, dell’Unità EPALE Italia, presenta “Re-start. Per realizzare una community solidale nella fase post-pandemica”, iniziativa nata dall’incontro tra l’Unità Epale Italia e il volume, "I dimenticati. Coloro che non sono ripartiti dopo la pandemia" di Infinito Edizioni in cui sono raccolti contributi dedicati alle ricadute sociali della crisi pandemica. L’iniziativa si è articolata in una serie di incontri con gli autori delle testimonianze presenti nel libro e un corso di educazione alla cittadinanza attiva su quattro temi: Donne e lavoro, Istruzione, Migranti, Disabilità. Il corso di educazione alla cittadinanza attiva si è svolto grazie all’attivazione di una Comunità di pratica in Epale.
Presenti all’incontro due partecipanti, che hanno seguito l’intero tragitto di Re-start: Antonio Cerullo e Mila Lacchini per il racconto della restituzione dei lavori della Community alla quale hanno preso parte in modo attivo.
Antonio Cerullo, dell’Ente nazionale per la trasformazione digitale, affronta i primi due temi portati avanti dal percorso di Re-start: “Istruzione” e “Donne e lavoro”. Le riflessioni, gli studi e le buone pratiche sul tema “Istruzione” riguardano l’effetto che la pandemia ha avuto sul sistema scolastico italiano posto davanti a importanti sfide di innovazione e di educazione e inclusione digitale.
Per il tema “Donne e lavoro, i lavori della Community hanno affrontato la progettazione di percorsi di inserimento lavorativo, imprenditoria femminile e accesso ai finanziamenti per donne residenti in piccoli comuni svantaggiati o donne in situazioni di svantaggio sociale. I lavori hanno inoltre esaminato i diversi aspetti dell’occupazione femminile a partire dall’analisi dei dati.
Milla Lacchini riporta i lavori che i partecipanti di Re-start hanno affrontato sui temi “Migranti” e “Disabilità”. In tema di migranti è stata messa in rilievo l'importanza della comunità educante a supporto dell'azione della scuola nel contrastare i vari fenomeni che impediscono il raggiungimento del successo formativo degli studenti più fragili e più colpiti dalla pandemia come i minori stranieri e in particolar modo i minori stranieri non accompagnati.
Infine, l’attività di Community sul tema della disabilità ha preso in esame l’impatto della pandemia sui diversi tipi di disabilità, inclusa quella psichica. Il dibattito della community su questo tema è stato molto articolato e ha fatto emergere una pluralità di esperienze presenti nel nostro paese proprio da nord a sud.
Video della prima sessione del Seminario EPALE "Attivarci per sostenerci." Politiche e pratiche di inclusione sociale ed equità"
Materiali: