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Dal progetto di formazione per adulti al piano di comunicazione

Un viaggio dentro la comunità esperantista. Un viaggio dentro e un altro fuori, per capire non solo chi sono i giovani esperantisti ma anche cosa può dare il movimento e la lingua esperantista al resto del mondo. Durante l'ultima tappa del progetto Learn, Create, Share!, tappa che si è tenuta a Bodegraven, nei Paesi Bassi, dall'1 al 3 novembre in contemporanea con il convegno esperantista post estate, si è discusso sull'impiego dei nuovi media per la comunicazione delle attività del movimento e degli ideali esperantisti. 
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Angela Michela Rabiolo

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Un viaggio dentro la comunità esperantista. Un viaggio dentro e un altro fuori, per capire non solo chi sono i giovani esperantisti ma anche cosa può dare il movimento e la lingua esperantista al resto del mondo. Durante l'ultima tappa del progetto Learn, Create, Share!, tappa che si è tenuta a Bodegraven, nei Paesi Bassi, dall'1 al 3 novembre in contemporanea con il convegno esperantista post estate, si è discusso sull'impiego dei nuovi media per la comunicazione delle attività del movimento e degli ideali esperantisti. 

All'interno del movimento si sente l'esigenza di organizzare meglio, in modo organico, la comunicazione del movimento stesso e delle sue attività. Finora le iniziative di informazione e comunicazione sono state diverse e variegate ma mai messe in relazione. Ciò provoca un notevole impiego di tempo per chi, all'interno delle organizzazioni esperantiste, si occupa di comunicazione. Inoltre la mancanza di organicità non permette al resto del mondo di interessarsi, incuriosirsi e conoscere i temi alla base della lingua Esperanto. 
Dall'Italia, siamo partiti per l'Olanda con l'idea di metterci alla prova. Siamo tornati con l'intenzione di usare le nostre competenze individuali e professionali per scrivere il piano di comunicazione del progetto

Il giorno prima dell'inizio della tappa ci siamo riuniti e divisi i ruoli tra chi avrebbe raccolto i materiali (principalmente foto, video e materiali congressuali), chi avrebbe costruito relazioni e usato la lingua e la conoscenza del movimento per elaborare le domande più interessanti delle interviste e chi avrebbe dato supporto tecnico nell'elaborazione e montaggio dei materiali raccolti.
Ognuno di noi ha sfruttato delle competenze individuali e professionali già esistenti, le ha ampliate e messe a servizio della squadra e del progetto stesso. 

Per quanto riguarda l'elaborazione degli obiettivi strategici di comunicazione, si è deciso di concentrarsi su:
-costruzione di ponti con altre realtà, anche esterne alla rete esperantista, sulla base di condivisione degli ideali di eguaglianza e neutralità tipiche del movimento stesso;
-riportare in agenda internazionale il tema delle lingue minoritarie e allo stesso tempo contribuire nella crescita del sentimento civico europeo in senso non discriminatorio e rispettoso di ogni tipo di differenza;
-dare opportunità di crescita personale e professionale anche nel campo della comunicazione all'interno della rete internazionale esperantista.

In seguito, e sempre insieme, si è discusso sui canali di comunicazione da adottare: oltre al sito dell'associazione inviante, Bunta Esperanto Asocio e al tipo di comunicazione già richiesto dall'Unione Europea, si è deciso per l'apertura e implementazione dei profili social di B.E.A. con il caricamento di materiale dedicato. In questo senso, l'incontro fatto a settembre con i referenti dell'associazione a Firenze è servito per stabilire delle linee di continuità tra la parte di comunicazione europea e quella locale

A breve, dopo la cernita del materiale raccolto e dei report scritti post congresso olandese, si procederà con la redazione di un calendario editoriale mensile e poi trimestrale. Qui saranno inseriti tutti i tipi di post (blog, pagine di sito, video e post per i social) in modo da avere subito presente, in caso di consultazione, cosa si sta facendo e quando, che temi si stanno affrontando, con quale taglio e dove i post e le pagine andranno condivisi.

Crediamo che questa modalità organizzativa non solo valorizzi le competenze già esistenti ma che ne crei delle altre a partire da campi di interesse individuali. Oltre all'arricchimento individuale e professionale, il progetto beneficerà di quest'azione di organizzazione della comunicazione e a lungo termine crediamo che l'idea del piano di comunicazione possa essere replicata in altri progetti e per altre comunità.
 

 

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