Apprendimento informale e senso della scoperta: percorsi di identità di gruppo
È sempre particolarmente complesso parlare di apprendimento informale, visto che in questa tipologia di apprendimento entrano in gioco molteplici fattori. Ma vorrei concentrare la mia attenzione soprattutto sul senso della scoperta, che, a mio parere, può essere considerato un vero e proprio motore trainante dell’apprendimento non formalizzato. Non si tratta di un senso della scoperta semplice, finalizzato a se stesso (che pur ha un valore intrinsecamente importante), ma di una linea di azione che può essere significativa, per poter arrivare alla formazione di quella che mi piacerebbe chiamare “identità di gruppo”.
Intendo dire che, proprio partendo dal gusto di scoprire nuovi aspetti legati all’apprendimento, si potrebbero gettare le basi per rimediare a forme di disgregazione sociale che non permettono varie volte agli adulti di “fare gruppo”, di trovare un punto di riferimento nella collettività. E penso in questo senso ai casi di emarginazione, di mancanza di adeguate risorse economiche e sociali, a casi di isolamento di chi, pur volendo, non riesce a compiere un pieno percorso di integrazione.
Apprendimento informale contro analfabetismo di ritorno
Mi piace pensare che le occasioni non necessariamente formali di apprendimento possano essere anche un’occasione importante, per ostacolare quell’analfabetismo di ritorno, di cui attualmente si sente parlare. Al di là delle definizioni che possono apparire troppo stigmatizzate, è logico presupporre che il ruolo della scuola oggi non può più limitarsi ad insegnare a “leggere, scrivere e far di conto”, che erano quelle abilità su cui si è puntato a lungo in passato.
Accanto ad un apprendimento organizzato, “scolastico”, che sa rinnovarsi nelle forme e anche nei contenuti, sarebbe importante riuscire a cercare delle condizioni, in cui lo scambio informale di competenze diventi il punto di partenza fondamentale per quanti vogliono rivedere ciò che hanno appreso nell’ottica dell’innovazione, del passo con i tempi, di una strutturazione di conoscenze più ampie rispetto a ciò che fa parte del personale bagaglio culturale.
Il senso della scoperta come soluzione per imparare ad imparare
C’è un’abilità su cui mi sento di insistere: imparare ad imparare. La scuola oggi punta molto su questa capacità metacognitiva, che è essenziale per porre le basi adeguate per l’apprendimento. Anche le occasioni informali potrebbero sfruttarla, per proporre fondamenta nuove per riuscire a promuovere la conoscenza. Il senso della scoperta in questo senso potrebbe essere determinante.
Se si suscita curiosità, interesse nello scoprire il nuovo, ci saranno di certo le condizioni per riuscire ad attuare successi formativi. L’importante è che le motivazioni siano basate su interessi personali, in grado di spingere ad apprendere perché si è mossi da ragioni che coinvolgono, prima di ogni altro elemento, la sfera emotiva, profonda, il desiderio di un riuscire a porsi come soggetto che vuole acquisire nuovi strumenti per comprendere meglio il reale e per rispondere con più efficacia alle sfide della contemporaneità.
Aggregarsi, fare gruppo, costruire un’identità collettiva: l’apprendimento informale basato sul senso della scoperta potrebbe avere proprio questo come fine ultimo. Rispondere con la costituzione di un percorso di gruppo alle nuove mete che il senso di oggi ci pone, fare collettività e, in molti casi, fare integrazione significa avere una maggiore consapevolezza che ci spinge a non tralasciare nulla nella formazione.
Prof. Giorgio Rini