Apprendimento in carcere: il contributo della Commissione europea
Chi segue le pagine di Epale, avrà certamente notato come l’educazione in carcere sia tema ricorrente e di interesse trasversale a tutti i Paesi europei. L’attenzione degli utenti della piattaforma per questo ambito è stata da subito tanto forte che Epale si è fatto promotore della settimana dell’educazione in carcere, una settimana tematica interamente dedicata a tutti gli apprendimenti in questo contesto così speciale, difficile eppure carico di potenzialità immense come l’ambiente carcerario.
Oltre a pubblicare nel corso dei mesi numerosi contributi sulla situazione nazionale, l’Unità Epale Italia, insieme all’Agenzia Erasmus+ Indire, ha co-organizzato a Napoli il seminario nazionale Liberi di apprendere, lo scorso 4 e 5 aprile, un’iniziativa per riflettere insieme ad insegnanti, educatori, formatori, volontari e staff carcerario sul valore, le criticità e le buone pratiche dell’apprendimento in carcere in Italia.

Per dare una dimensione anche europea all’evento, abbiamo ospitato agli interventi di Alan Smith, ex coordinatore del programma Grundtvig per l'apprendimento degli adulti alla Commissione europea, e Annet Bakker, direttrice di EPEA, l’associazione che riunisce gli insegnanti carcerari di tutta Europa. La Bakker ha inviatato a riflettere sull'importanza del fare rete, del coalizzarsi in una realtà più ampia. EPEA con oltre 600 membri in 25 paesi si rivolge a educatori, staff penitenziario, decisori, ricercatori per promuovere sani principi e buone pratiche per l'istruzione carceraria, attuando il dettato della Raccomandazione del Consiglio d'Europa (n. R (89) 12) sul diritto e accesso all'istruzione in carcere.
L'intervento di Alan Smith ha invece proposto un excursus delle esperienze e iniziative che qui riportiamo selezionando quelle più significative proposte dalla Commissione europea sul tema dell’istruzione e formazione in carcere, segnalandovi i risultati importanti e ancora attuali del recente passato ed alcune indicazioni per il futuro, che potranno essere utili per chi vuole avere una prospettiva fuori dai confini nazionali.
L’interesse della Commissione Europea per l’educazione e la formazione in carcere inizia concretamente negli anni 2000 con l’avvio di un programma specificatamente pensato per l’educazione degli adulti (Grundtvig), con il consolidamento di un programma già esistente dedicato alla formazione professionale (Leonardo Da Vinci) e con l’avvio di iniziative, stesura di documenti e studi specifici comunitari volti ad analizzare in chiave comparativa lo stato dell’arte dell’educazione e formazione in carcere in Europa. Tutto ciò, non solo nel rispetto dei diritti dei cittadini all’istruzione, come dichiarato in documenti chiave della politica EU come la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (nessuno deve essere privato del diritto all'istruzione) e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (Ogni individuo ha diritto all'istruzione e all'accesso alla formazione professionale e continua), ma anche nel rispetto di tutti quei valori di inclusione e coesione sociale, uguaglianza, non discriminazione e promozione del senso civico ribaditi in molti documenti, non ultimo Education and Training 2020.
Primo importante strumento di finanziamento, il programma Equal, è stata una iniziativa finanziata dal Fondo Sociale Europeo e cofinanziata dagli stati Membri dal 2000 al 2006. Per sei anni, Equal ha supportato progetti transnazionali innovativi volti a testare e promuovere idee nuove per combattere tutte le possibili forme di discriminazione in ambito lavorativo. Tra queste, una speciale attenzione è stata data proprio al tema dell’inclusione lavorativa nel contesto dell'esecuzione penale di adulti e minori. I risultati sono consultabili sul sito della Commissione all’indirizzo http://ec.europa.eu/employment_social/equal_consolidated/activities/index.html
Altra tappa fondamentale è stata segnata dalla conferenza di Budapest nel 2010 dal titolo Pathways to Inclusion. Organizzata dalla Commissione Europea - DG Istruzione e Cultura e DG Occupazione, Affari sociali e inclusione - questa conferenza è ancora oggi da ricordare innanzitutto per l’estesa e diversificata partecipazione (oltre 240 stakeholders provenienti da più di 30 paesi europei), per l’inedito confronto europeo sui bisogni e sulle sfide del processo di reintegrazione delle persone in esecuzione di pena, infine per l’indiscussa centralità data al tema della formazione come condizione indispensabile per il successo del reinserimento sociale dei detenuti.
La conferenza mise in evidenza l’assoluta necessità di un approccio olistico che tenesse in considerazione l’educazione e la formazione in tutte le sue forme: generale, professionale, lo sviluppo delle abilità personali, della creatività e conoscenza, l’utilizzo delle nuove tecnologie, lo scambio di esperienze a tutti i livelli anche avviando progetti di cooperazione europea, la necessità di formare e aggiornare il personale carcerario tutto e i suoi educatori. Ancora oggi, tutti i risultati della conferenza sono consultabili online (leggi il documento).
Poiché una delle principali raccomandazioni della Conferenza fu aumentare lo studio e l’analisi nel settore dell’istruzione carceraria in tutti i Paesi, la Commissione Europea – DG Istruzione e cultura commissionò alla GHK Consulting una raccolta e un’analisi di tutti i dati e dei precedenti studi fino ad allora disponibili.

Il successivo rapporto del 2013 Prison Education and Training in Europe: Current State-of-Play and Challenges (Istruzione e formazione in carcere: stato dell’arte e sfide), preparato per la Commissione europea dalla GHK Consulting, analizza il lavoro fatto in materia di istruzione e formazione in carcere in Europa tra il 2010 e il 2012.
Il rapporto, che nasce con lo scopo di sostenere gli stati membri a mettere in atto percorsi e strategie efficaci per soddisfare il bisogno di apprendimento e formazione in carcere, mostra quanto questi due aspetti siano cruciali per il processo di reinserimento nella società, per migliorare l’occupabilità e, in ultimo, nel contribuire a ridurre i costi sociali della criminalità. Lo studio fornisce un’interessante panoramica delle principali politiche europee e dei programmi di finanziamento connessi all'istruzione e alla formazione in carcere, mettendo in evidenza il valore dello sviluppo di approcci innovativi pensati per un contesto molto specifico, con interessanti esempi concreti di buone prassi portate avanti con successo nei vari Paesi europei.
E oggi?
Oggi uno dei principali impegni della Commissione nei confronti dell’apprendimento degli adulti, e quindi anche dell’educazione e dell’apprendimento in carcere, è rappresentato dall’agenda europea per l'istruzione degli adulti. La Commissione collabora infatti con 32 paesi per mettere in atto gli obiettivi dell’agenda, in primis accrescere la partecipazione degli adulti all'istruzione di ogni tipo, tradizionale, non tradizionale e informale per favorire l'acquisizione di nuove competenze professionali. Nell’Agenda si legge infatti che gli Stati Membri dovranno «Affrontare i bisogni educativi delle persone […] in situazioni specifiche di esclusione dall’apprendimento come quelle nei […] carceri e fornire guida e supporto adeguato»: questo è il primo riferimento UE esplicito all’educazione in carcere come priorità dell’educazione degli adulti.
Vi invitiamo a infine a consultare le possibilità offerte dai programmi Giustizia ed Europa Creativa oltre naturalmente a continuare ad esplorare il Programma Erasmus+, con le sue possibilità di formazione individuale e progetti in partenariato con altre realtà europee, che rimarrà in vigore fino al 2020.
di Daniela Ermini
Unità EPALE Italia
Risorse collegate:
- Sito italiano del Programma Erasmus+
- Programma Giustizia (2014-2020)
- Programma Creative Europe, sito ufficiale